Più di dieci anni fa nelle 'orme del sacro' umberto galimberti esplorava la religiosità in occidente. Da allora la riflessione di galimberti sul sacro e sulla sua crisi si è approfondita, mentre molte cose cambiavano nel panorama religioso e intellettuale, prima fra tutte l'elezione di joseph ratzinger a papa dopo la scomparsa di giovanni paolo ii. In questo nuovo libro, che riprende solo in alcune parti il testo precedente, galimberti mira a definire compiutamente la sua visione del cristianesimo, a cui riconosce il merito di aver dato vita e forma all'occidente, ma che a questo occidente ha anche strappato il cuore autenticamente religioso. Il cristianesimo è per galimberti la religione dal cielo vuoto, la religione che ha desacralizzato il sacro, perché ha assegnato tutto il bene a dio e tutto il male a satana. Ha preferito la razionalità della filosofia greca con cui ha costruito la sua teologia al comandamento dell'amore che è l'essenza del messaggio evangelico. Per contare ancora qualcosa nel nostro mondo dominato dalla tecnica, questo cristianesimo ormai del tutto esangue e desacralizzato si è ridotto a un'agenzia etica, che si pronuncia su aborto, fine vita, scuola pubblica e privata, e si è fatto 'evento diurno, lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli, (. ) che oggi, senza protezione religiosa, devono vedersela da soli con l'abisso della propria follia, che il sacro sapeva rappresentare e la ritualità religiosa placare'.
Mi chiamo lila, abito a new york, ho trentadue anni e come molte di voi vorrei tanto che qualcosa cambiasse nella mia vita. In meglio, naturalmente. Ho divorziato da poco, lavoro in un'agenzia pubblicitaria senza grande soddisfazione e mi sono appena trasferita in un appartamento nuovo di zecca, che però è freddo e impersonale. Per vivacizzarlo un po', sapete cosa faccio? Decido d'impulso di acquistare una pianta tropicale. Be', diciamo la verità: non ho saputo resistere al fascino di david exley, il fioraio di union square che me l'ha venduta. Sembrerebbe un gesto banale, ma da quel momento mi si aprono le porte di un universo sconosciuto e intrigante, di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza. Le sorprese, infatti, non sono finite: per caso mi ritrovo davanti alla vetrina di una lavanderia automatica trasformata in un lussureggiante giardino esotico proprio nel cuore della città, e qui conosco armand, il suo imprevedibile ed enigmatico proprietario. Sono lui e david, mossi da una passione ai limiti dell'ossessione, a iniziarmi al segreto delle nove piante leggendarie che hanno il potere di soddisfare ogni desiderio di chi le possiede. Di punto in bianco, abbandono casa e lavoro e parto per il messico alla ricerca di queste rarissime piante. Quando nella giungla dello yucatàn incontro diego, bello e sexy. Ma chi sono veramente david, armand e diego, e che cosa vogliono da me?
Joshua seigl detesta ammetterlo, ma quello che sta cercando non è un semplice assistente. Arrivato all'età di trentotto anni, seigl, che anni prima, grazie a un romanzo ambientato nella germania nazista, ha conosciuto una certa notorietà, non intende più vivere solo, e cerca qualcuno disposto a prendersi cura non soltanto del suo lavoro, ma soprattutto del suo carattere eccentrico e delle sue manie di scrittore solitario. Scartando candidati coltissimi e ammiratori adoranti della sua opera letteraria, seigl finisce per scegliere una ragazza semianalfabeta che sembra essere comparsa dal nulla in quella cittadina borghese sulla riva del lago ontario. Quando le chiede il suo nome, la ragazza sussurra un debole 'alma', senza cognome e senza passato. Per tutti però è la ragazza tatuata, perché sul corpo porta strani disegni sbiaditi e mal abbozzati, frutto della violenza di un gruppo di amici. E proprio a partire da quei tatuaggi si svela la storia terribile di alma: la sua adolescenza feroce e spregiudicata, le umiliazioni, il degrado familiare e il terribile, insospettabile, antisemitismo. L'alleanza tra il raffinato scrittore ebreo e la ragazza problematica sembra quanto mai difficile, eppure qualcosa nelle loro solitudini li avvicina, qualcosa nei modi rispettosi e amabili di seigl apre una breccia nel muro di diffidenza e di aggressività di alma, fino a trasformarli in improbabili, complici compagni.
L'italia deve pensare in avanti. Non è un lusso, è una necessità. Con questo libro beppe severgnini ci spinge a 'riprogrammare noi stessi e il nostro paese (brutto verbo, bel proposito)'. E offre agli italiani di domani questione di atteggiamento, non solo di anagrafe - otto suggerimenti: semplici, onesti, concreti. Sono le otto t del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro. Talento tenacia tempismo tolleranza totem tenerezza terra testa. Siate brutali, siate pazienti, siate pronti, siate elastici, siate leali, siate morbidi, siate aperti, siate ottimisti. Dietro le otto porte non c'è necessariamente il successo, ma di sicuro c'è una vita - e un'italia migliore.
Ercole correnti ha ventinove anni, tra qualche giorno si sposa, dopo cinque anni di fidanzamento. In una calda domenica d'agosto, mentre sta andando a pranzo dalla mamma, sul lungolago vede una fiat 600 bianca. È uguale alla macchina sulla quale lui aveva fatto il primo viaggio della sua vita, vent'anni prima. Con mamma assunta, papà amedeo e soprattutto lo zio pinuccio. Indimenticabile, quella gita, come lo zio pinuccio. 'nato gagà', come diceva sua sorella assunta. Ma anche insuperabile cacciaballe, raccontava di essere mediatore d'affari per i grandi produttori di seta del comasco. Grazie ai suoi mirabolanti racconti, era in grado di affascinare qualunque femmina gli capitasse a tiro. Ma anche un po' misteriosa, quella gita: ercole ne riuscirà a scoprire i retroscena solo vent'anni dopo, in quell'afosa domenica di fine agosto.
Rocco trascina la sua esistenza ormai da molto, troppo tempo, sotto un ponte dell'arno. Un'esistenza fatta di vino a poco prezzo, miseria e cartoni dove avvolgersi la sera, per difendersi da un freddo che è soprattutto dentro di lui. Un giorno come tanti, dopo aver mangiato degli avanzi trovati nella spazzatura, un evento inatteso riaccende nella sua memoria un ricordo che sembrava ormai seppellito dal tempo. Dopo millenni di apatia, rocco sente nel petto una gioia strana, che cresce come a volte il fiume che scorre davanti a lui. Finalmente ha di nuovo un motivo per vivere: la vendetta.
Vigilia di natale, colline bolognesi. Nella cripta di una chiesa sconsacrata, vengono ritrovati i cadaveri di cinque uomini. Le vittime sono state crocifisse e, all'interno della loro bocca, sono state inserite alcune larve di vespa. Un macabro rituale o uno spietato regolamento di conti, dato che quegli uomini erano potenti criminali della zona? È questa la domanda che tormenta il commissario francesco negronero, cui viene messa a disposizione una squadra speciale alle sue dirette dipendenze per risolvere il caso. L'unico indizio, però, è un altro terribile atto di sangue, avvenuto in sicilia quasi trent'anni prima: il massacro di un'intera famiglia mafiosa, diventata famosa come la 'strage di san valentino'. Ma in pochi sanno che, pure in quell'occasione, il capo famiglia era stato trovato crocifisso e che, nella sua bocca, era stata rinvenuta la larva di una vespa. Tre anni dopo, bologna. Una giovane donna appena arrivata da città del messico viene fermata all'aeroporto dalla polizia. È in evidente stato confusionale e, tra le braccia, stringe un neonato. Morto. Prima di entrare in stato catatonico, la donna pronuncia poche parole apparentemente senza senso. Ma non per il commissario negronero: dopo anni di indagini infruttuose e mosse azzardate che hanno compromesso la sua reputazione e la sua carriera, quello è il primo lampo di luce nelle tenebre che circondano un'organizzazione criminale potentissima eppure invisibile.
Roma, 1976. Un anno prima che tutto accada. Il libanese freme. Il libanese ha tre amici, dandi, il bufalo, scrocchiazeppi. Passa con loro da un colpetto all'altro, tiene le armi delle altre bande. Il terribile, che aspira a diventare il capo dei capi, tratta lui e gli altri pischelli come miserabili. Ma il libanese non è uno dei tanti. Il libanese ha un sogno. Un sogno ancora troppo grande per lui. Poi, una sera, il libanese incontra giada. Lei è bella, ricca, inquieta. Lei vuole cambiare le cose. Lei vuole fare la rivoluzione. Giada appartiene a un altro mondo. Il libanese ne è stregato. E nello stesso tempo comincia a intuire che proprio da quel mondo potrà venire l'idea che gli permetterà di rendere il suo sogno una realtà. È grazie a lei, inconsapevole guida, che il libanese penetra nel mondo dei ricchi, prima come pusher di un grande artista schiavo dell'eroina, e poi organizzando, con i suoi compari, un primo sequestro di persona (preludio di quello che segnerà, appena pochi mesi dopo, la nascita della banda): il sequestro di un ricchissimo palazzinaro, padre di sandro, l'amico del cuore di giada.
Il 6 marzo 1664 elsje christiaens, giovane e bella diciottenne, dolce di carattere e del tutto ignara del corso del mondo, lascia le fredde terre danesi dello jutland e si imbarca sulla dorothe, un veliero diretto ad amsterdam. Il 3 maggio 1664 la ragazza viene giustiziata in piazza dam mediante strangolamento, e il suo corpo messo in mostra sulla forca di volewijck per essere divorato dal vento e dagli uccelli nel corso delle stagioni. Come sovente accade, la sua triste sorte avviene per un mero capriccio del destino. Una volta ad amsterdam, la ragazza trova rifugio in un'ambigua locanda dove alle ragazze ospiti è chiesto spesso di pagare in natura intrattenendosi con i clienti. Dopo il suo ostinato rifiuto a cedere alle avances di un cliente, la locandiera le intima un giorno di saldare il conto - un misero tallero, non di più - senza proroghe, e la colpisce con una scopa. Elsje christiaens sente divampare dentro di sé un'improvvisa, inarrestabile violenza e poi la perfetta calma con cui si annuncia sempre qualcosa di terribile. Sventura vuole che scorga un'accetta su una sedia e che con quella colpisca, ripetutamente, la locandiera. Il caso di elsje christiaens, assassina per un tallero, sarebbe consegnato irrimediabilmente all'oblio del tempo, se un grande pittore non avesse deciso di recarsi a volewijck, e non avesse immortalato su una pergamena la sfortunata ragazza danese.