Abramo ferrascini, quello della ferramenta di bellano, è un giocatore di bocce. Come individuale non va bene, ma boccia come dio comanda e in coppia con un buon accostatore diventa imbattibile. È stato tirato su a puntino dal gestore del circolo dei lavoratori, mario stimolo, allenatore per passione e perché tre anni fa, nel 1955, ha perso il braccio destro sotto una pressa e perciò di giocare non se n'è più parlato. Ora il ferrascini ha tutte le carte in regola per vincere le semifinali del campionato provinciale in programma a cermenate domenica prossima. Ma c'è un intoppo. Suo cognato, l'eraldo, quello che vive a lucerna, sta male. Quarantotto ore gli hanno dato i medici di là, svizzeri, precisi. E adesso la moglie di abramo, rosalba, vuole a tutti i costi raggiungere la sorella, ma soprattutto dare all'eraldo un ultimo saluto, magari un ultimo bacio. Ma ce la faranno ad andare e a tornare in tempo per le semifinali? Dipende. Se l'eraldo muore entro martedì, mercoledì al massimo, si può fare. Bon, via allora. Un'occhiata al 1100, olio freni gomme; carta d'identità rinnovata all'ultimo minuto; prima tappa il passo del san bernardino, poi giù dritti fino a lucerna: basta seguire i cartelli, anche se sono in tedesco, perché il nome di quella città lì si capisce lo stesso. Ispirato da un aneddoto legato a un soggiorno a lucerna del grande scrittore praghese, 'le mele di kafka' mette in scena il meglio dei personaggi di andrea vitali.