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Julien Tromeur


Classifica Libri dell'anno 1982

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Libri in questa classifica: 8

Pagina 1 di 1

Posizione in classifica: 1

Antigone-Edipo Re-Edipo A Colono
Testo Greco A Fronte

Sofocle

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura del teatro

Antigone-Edipo Re-Edipo A Colono<br>Testo Greco A Fronte
Composte nella seconda metà del v secolo a. C . , le tragedie del ciclo di edipo mettono in scena, in forme di straordinaria suggestione, una delle più alte e dolenti rappresentazioni del destino umano. Edipo, assurto con sofocle a simbolo universale, è il paradigma più famoso dell'eterno dissidio tra libertà e necessità, tra colpa e fato. Giunto al potere grazie alla propria intelligenza, edipo è costretto, attraverso una forzata e convulsa indagine retrospettiva, a scoprire che il suo passato è una lunga sequenza di orrori e delitti, e a riconoscere la drammatica verità delle ultime, desolate parole del coro: 'non dire felice uomo mortale, prima che abbia varcato il termine della vita senza aver patito dolore'. Franco ferrari analizza nell'introduzione la strategia drammatica di sofocle e il ruolo che ha in essa il rovesciamento della sorte umana, tema conduttore dei tre drammi.
Punteggio: 1001
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 26/03/2024

Posizione in classifica: 2

Il Regno Della Quantità E I Segni Dei Tempi

René Guénon

Filosofia - Filosofia della mente

Il Regno Della Quantità E I Segni Dei Tempi
A distanza di quasi vent'anni dalla crisi del mondo moderno, e nello stesso anno in cui si chiudeva la seconda guerra mondiale, rené guénon spediva a parigi, dal suo ritiro in egitto, il testo del regno della quantità (1945). Con quest'opera egli dava una formulazione definitiva alla sua critica del mondo moderno, svelandone questa volta tutto il ricco fondo «dottrinale». Mentre i critici della cultura, anche i più radicali, che si sono susseguiti sulla scena europea a partire dalla prima rivoluzione industriale, hanno sempre mantenuto numerosi legami – volendo o non volendo – con l'oggetto che attaccavano, guénon è l'unico ad aver rescisso dall'inizio tutti quei legami e ad aver descritto il mondo occidentale come contemplando, da una remota distanza, la terra dove «il frutto maturo cade ai piedi dell'albero». Con la sua prosa limpida, netta, da geometra cosmico, guénon risale qui alle categorie teoriche e storiche da cui discende la civiltà moderna: quantità e qualità, nomadismo e sedentarismo, tempo lineare e tempo ciclico, sfera e cubo, unità e semplicità, misura e manifestazione. Dopo aver commentato e illuminato i «simboli fondamentali» in tanti suoi scritti, guénon ci mostra qui gli stessi simboli nelle loro metamorfosi storiche, via via che, nello scorrere dei cicli, muta la visione di essi. Ci appare così una linea di sviluppo del mondo moderno tracciata sui presupposti di un sapere primordiale e «principiale», che tale mondo è nato appunto per rifiutare, con le conseguenze che guénon qui descrive con inarrivata lucidità. Non si tratta, comunque, per guénon, di criticare il «progresso» o l'«ugualitarismo» o il «razionalismo» o qualsiasi altra delle manifestazioni peculiarmente moderne – impresa che per altro egli compie, a titolo di esemplificazione, giungendo a risultati devastanti. Ben più urgente è per lui leggere ogni volta in quelle manifestazioni altrettanti «segni dei tempi», altrettanti sintomi di un processo immenso, le cui articolazioni sono tanto più segrete in quanto quel processo stesso nel suo insieme è mosso appunto dall'«odio per il segreto». L'analisi di guénon, come si distanziava da ogni altra nei presupposti, finisce così per essere altrettanto solitaria nelle conclusioni – e nulla ha da spartire con le tante deprecazioni «spiritualistiche» dell'empio mondo moderno. Per una cultura come quella di oggi, che ricorre brancolando a tanti argomenti usati da guénon senza conoscerne l'origine, questo libro è l'occasione per confrontarsi finalmente con una figura e con un pensiero che, sia per chi lo segue sia per chi lo avversa, rimangono essenziali.
Punteggio: 951
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 22/05/2023

Posizione in classifica: 3

I Canti

G. Valerio Catullo

Classici, poesia, teatro e critica - Poeti

I Canti
Catullo è una sorta di quintessenza dello specifico poetico. Guido paduanocatullo è il primo poeta d'amore della latinità. Il primo che esprime la forza contraddittoria e lacerante delle proprie passioni. Concentrando la sua poesia sul suo mondo interiore, catullo compone un'opera di straordinaria novità che canta la gioia dell'amore felice, le facezie dei conviti, le appassionate dichiarazioni di amore e fedeltà; ma anche i tormenti del disinganno, le feroci invettive, l'angosciato colloquio con se stesso, in una poesia sempre raffinatissima che tocca tutte le sfumature dello stile, dal preziosismo estremo dei carmina docta a un realismo che ingloba le più violente trivialità. Alfonso traina illustra nell'introduzione il mondo poetico e stilistico di catullo, fedelmente reso dall'elegante traduzione di enzo mandruzzato.
Punteggio: 921
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/05/2023

Posizione in classifica: 4

Il Barone Bagge

Alexander Lernet-Holenia

Narrativa estera - Classica

Il Barone Bagge
Fra crateri spenti, nebbie e pantani gelati, uno squadrone della cavalleria austriaca si addentra nell'ignoto. Sono centoventi uomini, vestiti e armati nello stile di un tempo ormai lontano, «come una schiera di fantasmi a cavallo» sperduti sul fronte orientale della prima guerra mondiale. Seguendo il loro scalpitare, varchiamo la soglia di un regno intermedio che è insieme dei vivi e dei morti, del sogno e della veglia perfetta. Di quel regno, in tutta la sua opera, lernet-holenia è stato un magistrale cronista. «i racconti più perfetti sono quelli che, pur potendo pretendere al massimo della verosimiglianza, raggiungono il grado supremo dell'irrealtà» egli scrisse una volta. Il barone bagge, pubblicato per la prima volta nel 1936, applica questo proposito con precisione abbagliante – e al tempo stesso dimostra che lo si può rovesciare: perché qui ciò che più è irreale ha il massimo della verosimiglianza. Solo alla fine scopriremo che questo racconto, oltre che una delle ultime cronache della cavalleria, è un archetipo, una sfaccettatura intatta nella pietra di amore e morte.
Punteggio: 921
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 14/12/2023

Posizione in classifica: 5

Nessun Luogo è Lontano

Richard Bach

Narrativa estera - Recente

Nessun Luogo è Lontano
Partendo dal cuore di un piccolo uccellino, un colibrì, richard bach va alla ricerca della verità che da sempre conosce. Il suo viaggio di apprendimento può portarvi dovunque, accanto a chi desiderate. Chi ha volato con
Punteggio: 913
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 24/11/2023

Posizione in classifica: 6

Assassinio Allo Specchio

Agatha Christie

Narrativa estera - Gialli

Assassinio Allo Specchio
Il villaggio di st mary mead è in grande fermento. Marina gregg, una delle più famose dive di hollywood, ha deciso di trasferirsi in questa piacevole località, e per l'occasione ha invitato tutta la cittadinanza a visitare la sua nuova magione. L'avvenimento, però, si svolge in maniera completamente diversa dal previsto: una delle ospiti, heather badcock, muore nel corso del ricevimento. Avvelenata, come rivelerà l'autopsia. Alcuni invitati raccontano che pochi istanti prima del delitto la vittima sembrava quasi pietrificata dall'orrore. Ma chi, fra i partecipanti al party di beneficenza, può averla sconvolta a tal punto? Prefazione di stefano benvenuti.
Punteggio: 877
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 15/07/2021

Posizione in classifica: 7

Delitti Esemplari

Max Aub

Narrativa estera - Recente

Delitti Esemplari
Gli insopportabili incontri della quotidianità trasformati in delitti senza castigo.
Punteggio: 835
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 10/09/2023

Posizione in classifica: 8

In Patagonia

Bruce Chatwin

Turismo pratico - Viaggi

In Patagonia
«patagonia» dicevano coleridge e melville, per significare qualcosa di estremo. «non c'è più che la patagonia, la patagonia, che si addica alla mia immensa tristezza» cantava cendrars agli inizi di questo secolo. Dopo l'ultima guerra, alcuni ragazzi inglesi, fra cui l'autore di questo libro, chini sulle carte geografiche, cercavano l'unico luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione nucleare. Scelsero la patagonia. E proprio in patagonia si sarebbe spinto bruce chatwin, non già per salvarsi da una catastrofe, ma sulle tracce di un mostro preistorico e di un parente navigatore. Li trovò entrambi – e insieme scoprì ancora una volta l'incanto del viaggiare, quell'incanto che è così facile disperdere, da quando ogni luogo del mondo è innanzitutto il pretesto per un inclusive tour. Eppure, eccolo di nuovo: l'inesauribile richiamo, il vagabondo trasalire di un'ombra – il viaggiatore – fra scene sempre mutevoli. E nulla si rivelerà così mutevole come la patagonia, che si presenta come un deserto: «nessun suono tranne quello del vento, che sibilava fra i cespugli spinosi e l'erba morta, nessun altro segno di vita all'infuori di un falco e di uno scarafaggio immobile su una pietra bianca». All'interno di questa natura, che ha l'astrattezza e l'irrealtà di ciò che è troppo reale, da sempre disabituata all'uomo, chatwin incontrerà un arcipelago di vite e di casi molto più sorprendente di quel che ogni esotismo permetta di pensare. Questa terra eccentrica per eccellenza è un perfetto ricettacolo per l'allucinazione, la solitudine e l'esilio. Qui i coloni gallesi versano il tè fra i ninnoli; qui circolano folli, che si trasmettono il titolo di re degli araucani o coltivano la memoria di luigi ii di baviera; qui si incontrano ancora elusivi ricordi di butch cassidy e sundance kid; qui si respira l'aria dei grandi naufragi; qui esuli boeri, lituani, scozzesi, russi, tedeschi vaneggiano sulle loro patrie perdute; qui darwin incontrò aborigeni dal linguaggio sottile, e li trovò così «abietti» da dubitare che appartenessero alla sua stessa specie; qui si contemplano unicorni dipinti nelle caverne; qui sopravvive qualcuno che vuol far dimenticare un atroce passato. Come un nuovo w. H . Hudson, devoto solo al «dio dei viandanti», chatwin ci racconta le sue molte tappe: fra baracche di lamiera, assurdi chalets, finti castelli, vaste fattorie. E ogni tappa è una miniatura di romanzo. Alla fine, la patagonia sarà per noi pullulante di fantasmi, che si muovono sul fondo della «calma primitiva» del deserto, nella quale hudson credeva di riconoscere «forse la stessa cosa della pace di dio». Pubblicato nel 1977 come opera prima, questo libro appartiene alla specie, oggi rarissima, dei libri che provocano una sorta di innamoramento. La patagonia di chatwin diventa, per chiunque si appassioni a questo libro, un luogo che mancava alla propria geografia personale e di cui avvertiva segretamente il bisogno.
Punteggio: 681
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 08/04/2024

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