Sinossi Libro
La prima parte è stata uno dei più bei premi strega degli ultimi anni. Cinque anni dopo, l'autore di latina torna dai peruzzi e dall'armida, indimenticata padrona di api. In un'intervista ha detto di essere nato per scrivere questa storia. La sua è la penna più epica della letteratura italiana di oggi. - vanity fair un grandioso romanzo corale e polifonico, un'opera letteraria di smagliante bellezza che, alternando i toni dell'epica a quelli dell'elegia, ci dà lucidamente conto di ciò che siamo, in forza di ciò che nel bene e nel male siamo stati. Il 25 maggio del 1944 – ultimo giorno di guerra a littoria – nel breve intervallo tra la partenza dei tedeschi e l'arrivo in città degli anglo¬americani, diomede peruzzi entra nella banca d'italia devastata e ne svaligia il tesoro. È qui che hanno inizio – diranno – la sua folgorante carriera imprenditoriale e lo sviluppo stesso di latina tutta. Ma sarà vero? Il canale mussolini intanto – dopo essere stato per mesi la dura linea del fronte di anzio e nettuno – può tornare a essere quello che era, il perno della bonifica pontina. In un nuovo grande esodo, che ricorda quello epico colonizzatore di dodici anni prima, gli sfollati lasciano i rifugi sui monti e tornano a popolare la città e le campagne circostanti. I poderi sono distrutti, ogni edificio porta i segni dei bombardamenti. Ma il clima adesso è diverso, inizia la ricostruzione. Nel resto d'italia però la guerra continua e si sposta man mano verso il nord, mentre gli alleati – col decisivo ausilio delle brigate partigiane e del ricostituito esercito italiano – costringono alla ritirata i tedeschi e le milizie fasciste. È una guerra di liberazione, ma anche una guerra civile crudele e fratricida. E la famiglia peruzzi, protagonista memorabile della saga narrata in queste pagine, è schierata su tutti i fronti di questo conflitto. Paride al nord nella rsi – mentre sogna di tornare dall'armida e da suo figlio – rastrella ed insegue i partigiani. Suo fratello statilio combatte i tedeschi in corsica con il regio esercito, poi a cassino e su su fino alla linea gotica. Il cugino demostene è partigiano della brigata stella rossa, e combatte anche lui per liberare l'italia. Accanto a loro ritroviamo lo zio adelchi, che vigila sulle ceneri di una littoria piena di spettri e di sciacalli, in attesa che nasca latina; il mite benassi e zia santapace, collerica e bellissima; l'armida con le sue api, e la nonna peruzzi, che attribuisce compiti e destini alle nuove generazioni via via che vengono al mondo. E su tutti c'è diomede – detto batocio o big boss per un piccolo difetto fisico – il vero demiurgo della nuova città. Con il suo funambolico impasto linguistico veneto-ferrarese, col suo sguardo irriverente e provocatorio sempre addolcito però da un'umanissima pietas – «ognuno ga le so razon» – antonio pennacchi torna a narrare le gesta dei peruzzi, famiglia numerosa e ramificata di pionieri bonificatori, grandi lavoratori, eroici spiantati, meravigliosi gaglioffi, e donne generose e umorali. E se nel primo volume di canale mussolini ci aveva fatto riscoprire un capitolo della nostra storia per molti versi dimenticato, in questa seconda parte si dedica a mantenere viva la memoria del difficile processo di costruzione della nostra italia democratica e repubblicana.