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Julien Tromeur


Le Otto Montagne

Paolo Cognetti

Narrativa estera - Recente

Punteggio: 2451
Le Otto Montagne
Sinossi Libro
Vincitore premio strega 2017vincitore premio strega giovani 2017vincitore del premio itas del libro di montagna 2017. Sezione migliore opera narrativa. La storia di pietro, del suo amico bruno e del loro amore per la montagna. Un caso editoriale internazionale. «il raffinato racconto di quanto può essere profondo l'amore che lega gli esseri umani» – annie proulx«un libro speciale. Non sorprende che facciano il nome di cognetti insieme a quelli di ernest hemingway, jack london e mark twain» – die zeit«un libro di vita potente, universale e sempre umile, che non è la meno rilevante delle sue qualità» – philippe claudel, membro dell'académie goncourtla montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all'altro, silenzio, tempo e misura. Lo ha imparato paolo cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – cosí diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi. Come cominciamio padre aveva il suo modo di andare in montagna. Poco incline alla meditazione, tutto caparbietà e spavalderia. Saliva senza dosare le forze, sempre in gara con qualcuno o qualcosa, e dove il sentiero gli pareva lungo tagliava per la linea di massima pendenza. Con lui era vietato fermarsi, vietato lamentarsi per la fame o la fatica o il freddo, ma si poteva cantare una bella canzone, specie sotto il temporale o nella nebbia fitta. E lanciare ululati buttandosi giú per i nevai. Mia madre, che l'aveva conosciuto da ragazzo, diceva che lui non aspettava nessuno nemmeno allora, tutto preso a inseguire chiunque vedesse piú in alto: perciò occorreva aver buona gamba per rendersi desiderabili ai suoi occhi, e ridendo lasciava intendere di averlo conquistato cosí. Lei piú tardi alle corse cominciò a preferire sedersi nei prati, o immergere i piedi in un torrente, o riconoscere i nomi delle erbe e dei fiori. Anche in vetta le piaceva soprattutto osservare le cime lontane, pensare a quelle della sua giovinezza e ricordare quando c'era stata e con chi, mentre mio padre a quel punto veniva invaso da una specie di delusione, e voleva soltanto tornarsene a casa. Credo fossero reazioni opposte alla stessa nostalgia.
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