Sinossi Libro
«i romanzieri si lasciano spesso ispirare, o addirittura ossessionare, dal ricorso di un numero, al quale prestano un valore simbolico o con cui cercano di dare ordine al mondo visibile. Scrivendo ada, si direbbe che nabokov sia stato affascinato dall'ambiguo numero due. Scritto tanto in prima che in terza persona, il romanzo fonde la mano che agisce, il cuore che soffre e l'occhio che guarda ed irride: è composto in un inglese intarsiato di russo; e abbonda di giochi verbali, dove due parole si combinano in una sola. Rifiutando il semplice uno e il dialettico tre, voci della verità umana e divina, nabokov dichiara la propria preferenza per tutto ciò che è duplice, riflesso, specchiato, congiunto, contaminato, per tutto ciò che luccica, sotto l'effetto di luci diverse». - pietro citati