Perché le persone più intelligenti nel senso tradizionale del termine non sono sempre quelle con cui lavoriamo più volentieri o con cui facciamo amicizia? Perché i bambini dotati ma provenienti da famiglie divise hanno difficoltà a scuola? Perché un ottimo amministratore delegato può riuscire un pessimo venditore? Perché, sostiene goleman, l'intelligenza non è tutto. A caratterizzare il nostro comportamento e la nostra personalità è una miscela in cui il quoziente intellettivo si fonde con virtù quali l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri: in breve, l'intelligenza emotiva.
Testo fondamentale della psicologia contemporanea, 'a che gioco giochiamo' ha costruito l'ipotesi e gli strumenti di un nuovo tipo di analisi terapeutica, l'analisi transazionale, utilizzando la rappresentazione della realtà sotto forma di giochi. Dire 'gioco' significa esprimere in un altro modo, semplice ed esemplare, in che posizione e in che ruolo una persona intende mettersi (e finisce sempre per mettersi) rispetto a un ambiente o a un altro individuo. Il marito che tormenta la moglie, l'amico che perseguita l'amico, il superiore che si rivale sul dipendente con lo stesso motivo o pretesto, tendono a ricreare circostanze sempre uguali. L'analisi transazionale, come metodo e come teoria, consente a chi la pratica di identificare il proprio ruolo nel gioco che tende a ripetere, e pone così le basi per una autonomia critica da questi meccanismi, e forse per una liberazione.
Questo libro si interessa dell'amore che dura, delle sue pene e della sua possibile redenzione. Non si occupa degli innamoramenti che si esauriscono nel tempo di una notte senza lasciare tracce. Indaga gli amori che lasciano il segno, che non vogliono morire nemmeno di fronte all'esperienza traumatica del tradimento e dell'abbandono. Cosa accade in questi legami quando uno dei due vive un'altra esperienza affettiva nel segreto e nello spergiuro? Cosa accade poi se chi tradisce chiede perdono e, dopo aver decretato che non era più come prima, vuole che tutto torni come prima? Dobbiamo ridicolizzare gli amanti nel loro sforzo di far durare l'amore? Oppure possiamo confrontarci con l'esperienza del tradimento, con l'offesa subita, con il dolore inflitto da chi per noi è sempre stato una ragione di vita? Questo libro elogia il perdono come lavoro lento e faticoso che non rinuncia alla promessa di eternità che accompagna ogni amore vero.
Che cosa significano frasi come: 'non mi ama nessuno. ', 'e andata male anche questa volta. ', 'era la persona sbagliata'? Sono il segno di una vecchia ferita mai rimarginata e ancora dolorosa, l'impronta di un bisogno d'amore rimasto inappagato. Molti di noi si sentono incompresi, soli, abbandonati, non amati o amati troppo poco. Sentimenti che spesso hanno origini lontane: in un'esperienza amorosa non felice, magari vissuta nell'infanzia, che si è radicata profondamente influenzando tutte le successive relazioni affettive. Attraverso il racconto di innumerevoli casi e le intuizioni che ne derivano, peter schellenbaum suggerisce come analizzare a fondo e riportare in superficie questa esperienza, per potersene liberare e recuperare tutta la nostra capacità di amare ed essere felicemente amati.
Carl gustav jung lavorò al libro rosso dal 1913 al 1930 e ancora in tardissima età lo definì l'opera sua capitale. L'opera in cui aveva deposto il nucleo vitale e di pensiero della sua futura attività scientifica. Eppure non volle mai autorizzarne la pubblicazione, e dopo di lui anche gli eredi si attennero alla consegna. Così solo oggi, a ottant'anni dalla sua conclusione e a mezzo secolo dalla morte del suo autore, questo testo straordinario esce dal caveau della banca svizzera in cui era conservato. Il libro rosso è il libro segreto di jung, scrigno privato di un'anima che lì si cela nella sua nudità, e che un comprensibile pudore ha inteso proteggere da sguardi curiosi, e si situa al centro di una straordinaria sperimentazione artistica e psicologica che ne fa un unicum nel panorama novecentesco. Quella che jung chiamerà più tardi
La caffettiera del masochista svela inganni e paradossi della cattiva tecnologia e mostra che cosa va ad innescare la nostra perversa interazione con gli oggetti di uso quotidiano. Con esempi aggiornati tratti dalla vita di tutti i giorni, donald norman spiega che usare ascensori, cucine, computer, interruttori, scale, lavandini non è un semplice gesto manuale: nella nostra esperienza di utenti convergono aspetti tecnologici, processi cognitivi, comportamenti relazionali, connotazioni estetiche, sensazioni emotive. Il design a misura d'uomo combina psicologia e tecnologia per realizzare prodotti nuovi, ma soprattutto facili da usare, comprensibili e, perché no, anche capaci di dare piacere. Perché fare e pensare prodotti e servizi 'umani' vuol dire cambiare la nostra idea del mondo.
Possiamo fare a meno di tradirci e di tradire? È questa la domanda a cui l'opera tenta di dare una risposta il tradimento ripugna alla nostra coscienza di ''puri'', ma, afferma l'autore, è un'esperienza ineluttabile. Dopo aver percorso i drammi della solitudine dell'amore in eros e pathos, aldo carotenuto affronta il delicato tema del tradimento inteso come atto necessario perché la psiche sia iniziata al mistero della vita e dell'amore. Tradire ed essere traditi significa infatti essere consegnati a un destino di ricerca costellato di cadute e di sconfitte, significa riconoscersi come quegli esseri separati che per ricostituirsi come soggetti devono affrancarsi da dettami e modelli collettivi, devono dunque ''tradire''. Ogni individuo deve emanciparsi da tutto ciò che lo mantiene fedele a un'immagine di sé che non gli corrisponde, e che risponde invece alle richieste dell'ambiente sociale o al desiderio dei suoi interlocutori. Perciò questo processo comporta spesso situazioni di rottura destinate a segnare la nostra vicenda umana: dal tradimento perpetrato dal genitore sul figlio non ancora nato come già ''immaginato'' a quello all'interno del rapporto di coppia, per passare in rassegna altri suoi volti meno consueti. Il tradimento del corpo, della malattia, della morte, ossia l'esperienza del limite vissuta come scacco e come fallimento definitivo dell'esistenza. Senza tradimento non si dà possibilità di riscatto: a noi la scelta.
«i narcisisti non dimostrano interesse per gli altri, ma sono indifferenti anche ai propri più veri bisogni. » il narcisismo è da alcuni anni uno dei temi privilegiati delle discipline psicologiche. Inoltre, il 'narcisismo' è diventato una delle parole chiave in vari tentativi - si pensi anzitutto ai lavori di christopher lasch - di comprendere non solo la psicologia individuale, ma anche la cultura delle società in cui viviamo. Con questa ricerca alexander lowen, lo psicoanalista che ha proseguito con più precisione e autorevolezza il cammino aperto da wilhelm reich, dà un contributo originale e illuminante alla comprensione di quello che sta diventando, a giudizio di molti, il male più diffuso e allarmante dell'uomo contemporaneo. Attraverso una serie di 'storie di casi', di esempi che permettono una comprensione agevole anche al non specialista, l'autore mette a fuoco la figura del narcisista e mostra come le terapie bioenergetiche si applichino con efficacia ai disturbi narcisistici. Vittima e al tempo stesso capace di infliggere terribili sofferenze, il narcisista è, nell'analisi di lowen, innanzitutto caratterizzato da un'ostinata negazione dei sentimenti che lo condanna a desolanti rapporti manipolatori e inautentici. Di particolare interesse è l'attenta ricognizione di quel 'linguaggio del corpo' che nel narcisista anticipa e trascende l'espressione verbale.
Un saggio che svela forme nuove di un rituale antico: dal terrorismo jihadista all'economia finanziaria «ma quale sacrificio? E sacrificio di cosa? Che vuol dire sacrificare? A rispondere a queste domande decisive, con l'intensità di un'intelligenza libera da pregiudizi di scuola, è massimo recalcati» – la repubblica «sacrificare le nostre aspirazioni, privarci della nostra libertà, fare a meno di cose a cui teniamo è un clamoroso autogoal e anche uno sgarbo nei confronti degli altri. Il filosofo massimo recalcati spiega perché, recuperando tra l'altro un messaggio cristiano: onorare i doni ricevuti, i talenti, e anche un dovere: realizzare i propri desideri. » - antonella fiori, natural style «recalcati offre un apporto particolarmente significativo all'inesausto dibattito sul sacrificio. » - ttl - la stampa 'l'esistenza non è da sacrificare, e non la si può sacrificare. La si può soltanto distruggere o condividere. ' la passione per il sacrificio è solo umana. Gli uomini non si sono limitati a sacrificare sull'altare animali offerti ai loro dei ma hanno sacrificato su quell'altare anche la loro vita. È il caso dell'uomo ipermorale che sacrifica il suo desiderio, o del martire del terrorismo che si immola per una causa. Un fantasma fondamentale ha attraversato l'occidente: vivere nel sacrificio per ottenere un rimborso illimitato (da dio, dalla propria famiglia, dall'altro). In psicoanalisi questa è la legge paradossale del super-io: il sacrificio non è una semplice rinuncia al soddisfacimento ma una forma masochistica del soddisfacimento. È un fantasma che proviene da una interpretazione solo colpevolizzante del cristianesimo. La psicoanalisi, insieme alla parola più profonda di gesù, si impegna invece a liberare la vita dal peso del sacrificio. Il che comporta un diverso pensiero della legge: l'uomo non è schiavo della legge perché la legge – come sostiene la lezione cristiana – è fatta per l'uomo e non l'uomo per la legge.
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale'. Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto «inconscio collettivo». «il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».