Un corpo a corpo con l'immagine di dio. Erri de luca torna a sfidare il romanzo: pagine di passione, ossessione, mistero. «un romanzo a tesi: prima di ogni religione vive l'umano, il sentirsi utile, la compassione verso chi sacrifica pasolinianamente il proprio corpo. » - renzo paris, venerdì di repubblica 'È la misericordia in dote a ogni morte, che scioglie la disperazione dentro l'immensità di tutte le estinzioni' 'mentre colpisco ho l'impressione di togliere la materia da un involucro di pietra intorno alla mia carne. Scalpello per rimuovere un imballaggio. Sotto la crosta di marmo c'è la mia forma'. Lui abita in una 'terra di transiti', sotto le montagne vicine al confine. Aiuta gli stranieri a passare oltre, di contrabbando, chiedendo per la tratta lo stesso denaro che prendono altri - il fabbro, il fornaio - ma restituendolo alla meta, perché a lui 'piace essere utile all'età che da queste parti va a finire al macero, al delirio alcolico, all'ospizio'. Ma la cosa attira l'attenzione, arriva ai giornali, lo chiamano 'il santo dei monti, il contrabbandiere gentiluomo'. Al fabbro e al fornaio, amici d'infanzia a cui una volta ha salvato anche la vita, la cosa non piace e lui si vede costretto ad allontanarsi dal paese per un po', a svernare in una città sul mare. Lui sa lavorare con le mani, plasma il marmo, e grazie alla fiducia di un parroco sudamericano trova un impiego per guadagnarsi da vivere lontano da casa: riparare un grande crocifisso marmoreo, opera di un artista del secolo scorso. La nudità del cristo, la sua 'natura esposta', è stata coperta in passato da un panno che ora la chiesa vuole rimuovere per restituire alla statua il suo primo messaggio, ma lui scopre che sotto a quel panno c'è - ultimo spasimo di una vita che si spegne - un principio di erezione. È soltanto la prima delle scoperte che, nel corpo a corpo con la statua, si rivelano alle sue mani che scalpellano, che indagano, che cercano il significato di qualcosa che lo riguarda da molto vicino.