Senza mai chetarsi, ora infuriata ora implacabile, la voce delle onde ci accompagna durante tutta la lettura di questo romanzo. Si tratta di una storia d'amore che sulla sponda del mare nasce e si sviluppa, raggiungendo apici di toccante e poetica spontaneità e semplicità. La vita, fatta di coraggio e di sacrificio, di un povero villaggio di pescatori giapponesi è lo sfondo per le uscite sul mare in tempesta, la pesca delle perle e i convegni d'amore di due giovani protagonisti, shinji e hatsue, su al tempio di yashiro, che dall'alto del monte domina l'isola del canto - uta-jima - come armoniosamente la chiamano i suoi abitanti.
Milano, marzo 2007: una ragazza e un uomo trascorrono la loro prima notte insieme. Fanno l'amore, mangiano, dormono, si scambiano tenerezze. E parlano. È soprattutto lei, irene, a parlare: racconta al suo amante la storia straordinaria della propria vita, segnata da eventi spesso drammatici che tuttavia narra con una leggerezza sorridente e irresistibile. Partito da un oscuro, remoto fatto di sangue, il suo racconto finisce per disegnare un quadrilatero amoroso in cui irene si confronta con un marito ambiguo, un amante geloso, un misterioso e innamoratissimo persecutore. La tensione sale fino a precipitare verso una conclusione inattesa, dove i conti in sospeso con il passato vengono chiusi, ma il futuro è ancora tutto da inventare.
A nagoya abitano cinque ragazzi, tre maschi e due femmine, che tra i sedici e i vent'anni vivono la più perfetta e pura delle amicizie. Almeno fino al secondo anno di università, quando uno di loro, tazaki tsukuru, riceve una telefonata dagli altri: non deve più cercarli. Da quel giorno, senza nessuna spiegazione, non li vedrà mai più: non ci saranno mai più ore e ore passate a parlare di tutto e a confidarsi ogni cosa, mai più pomeriggi ad ascoltare la splendida shiro suonare liszt, mai più tsukuru avrà qualcuno di cui potersi fidare. Il dolore è cosi lacerante che nel cuore del ragazzo si spalanca un abisso che solo il desiderio di morire è in grado di colmare. Dopo sei mesi trascorsi praticamente senza mangiare né uscire di casa, nelle tenebre di un'infelicità senza desideri, tzukuru torna faticosamente alla vita ma scopre di essere cambiato. Non solo nel fisico - più magro, dai lineamenti più duri e taglienti - ma anche, soprattutto, nell'animo. Ancora oggi, quando ormai ha trentasei anni, continua a vivere con l'ombra di quel rifiuto che lo accompagna sempre, come una musica che resta sospesa nell'aria anche quando non c'è più nessuno a suonarla. L'incontro con sara, che intuisce l'inquietudine nascosta dietro l'apparente ordinarietà di tsukuru, sarà l'occasione per rispondere a quelle domande che per sedici anni l'hanno ossessionato ma che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.
Facciamo il punto. Costanza, dopo la laurea in medicina, è stata costretta a lasciare la sua amata e luminosa sicilia per trasferirsi nel freddo e malinconico nord. A tenere in caldo i cuori, però, ci pensa marco, incantevole padre della sua incantevole flora che costy, non senza qualche incertezza, ha deciso di portare nella vita della figlia. Dopo varie tribolazioni, marco ha praticamente lasciato la storica (e decisamente perfetta) fidanzata all'altare. Costanza (seppur decisamente imperfetta) credeva che l'avesse fatto per lei, ma non ne è più così sicura considerato che marco prende tempo e si comporta in modo piuttosto ambiguo. Come sempre, però, nella vita di costanza non c'è spazio per la riflessione: lei è una madre lavoratrice e precaria che al momento si sta autoconvincendo di aver compiuto la scelta giusta decidendo di lasciare l'istituto di paleopatologia di verona per un impiego da anatomopatologa a venezia. Come se la situazione non fosse abbastanza complicata, gli ex colleghi la richiamano per un incarico dal lauto compenso: l'ultima discendente di un'antica famiglia veneziana, gli almazàn, desidera scoperchiare le tombe dei suoi antenati per scoprire cosa c'è di vero nelle dicerie calunniose che da secoli ammantano di mistero il casato. Costanza non vorrebbe accettare, ma questa storia a tinte fosche solletica la sua curiosità… e poi scopre che nell'operazione è coinvolto anche marco. Che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per trovare un equilibrio vita-lavoro? O, per meglio dire: che il cantiere possa rappresentare un'occasione d'oro per cercare di capire cosa c'è davvero tra lei e marco? Con coraggio, determinazione e tanta, tanta costanza, questa eroina dai capelli rossi affronterà nuove sfide, svelerà antiche trame mentre proverà a comprendere il suo cuore.
La vita di ed sembra all'improvviso sull'orlo di un precipizio: l'impiego presso una società editrice per il web salta a causa della crisi economica del 2000, la sua fidanzata lo ha lasciato da pochi giorni e lui sente di non riuscire a esprimersi come vorrebbe nella professione che si è scelto, quella di scrittore. Incontra per caso un curioso personaggio in un pub e rimane abbastanza colpito dal suo modo particolare di analizzare le circostanze: 'ogni situazione di crisi, ed, rappresenta anche una preziosa opportunità di cambiamento. Ciò che conta veramente è avere dentro di sé le risorse per affrontare i momenti difficili'. Ma ed scopre anche che geoff è buddista e si dichiara molto scettico rispetto a ogni forma di religione, che ritiene una consolazione per le persone incapaci di affrontare la vita. Tuttavia geoff lo attira, lo incuriosisce, a volte lo lascia di stucco con la sua carica vitale. Quasi senza volerlo ed avverte che geoff conosce delle risposte e potrebbe soddisfare il suo desiderio di comprendere il significato della vita.
L'inquietudine di ginny non è solo il male dell'adolescenza: nella cittadina del galles dove vive con l'amatissimo padre tony non si è mai sentita a proprio agio. Questo è un romanzo sulla ricerca di sé e della propria identità, sulla vita quotidiana che si trasforma nella ricerca delle emozioni, narrato dall'autore attraverso una nuova protagonista.
Raccontando la sua storia di tifoso, nick hornby ci descrive i multiformi aspetti di un'ossessione: le abitudini, i riti, i tic, i sogni, le depressioni di un assiduo frequentatore di stadi. I molti appassionati del calcio possono ritrovare in questo racconto una parte della loro stessa vita. Perché la febbre del calcio, a tutte le latitudini, sembra essere la stessa e sembra rispecchiare le venture e le sventure della vita privata.
Stephen lewis, autore di fortunati libri per bambini, padre e marito felice, un giorno si reca al supermercato con sua figlia kate, e mentre è intento a svuotare il carrello alla cassa si accorge di aver perso la bambina. Rapita? Uccisa? Fuggita? Ogni cosa intorno a lui da quel momento sembra precipitare. Il vuoto doloroso che lascia la sparizione di kate dà il via a una serie di azioni e reazioni che porteranno stephen a rivedere tutta la sua vita. Le sue tante certezze incrollabili si mostreranno deboli; abitudini e atteggiamenti mai messi in discussione riveleranno il loro lato più fastidioso. Senza mai perdere di vista il suo protagonista, mcewan racconta il viaggio di un uomo messo di fronte all'inaccettabile, facendoci percepire la precarietà e la fragilità in cui viviamo, e nello stesso tempo restituendoci la nostra umana e indistruttibile speranza.
Il romanzo rappresenta un po' il seguito delle vicende della guerra partigiana già raccontata da fenoglio. Ettore è il tipico disadattato che dalla guerra è uscito scontroso e insofferente e non riesce a inserirsi nella normale routine. Si metterà in affari poco puliti, ma molto redditizi. Ma quando, costretto a mettere su famiglia, decide di ritirarsi e di mettersi in proprio con un lavoro onesto, uno stupido incidente volge l'epilogo in tragedia.
Un piccolo hotel incastonato in una scogliera scoscesa, la spiaggia di ciottoli, il mare indaco: per sugi, che dopo infiniti fallimenti deve affrontare anche il disonore, è l'approdo cercato - lo scenario ideale per morire. Si è concesso un unico, singolare lusso: tre giorni, il tempo necessario per leggere il resoconto del favoloso viaggio che nel xiii secolo guillaume de rubrouck compì attraverso l'impero dei mongoli. Nulla tranne quel libro lo tiene legato alla vita. Ma l'unica altra ospite dell'albergo, la giovane nami, nel registrarsi ha indicato come motivo del suo soggiorno «mors»: forse una criptica richiesta di soccorso, o una sfida lanciata alla sorte. È fatale che fra loro nasca un silenzioso dialogo, che ha la stessa iridescenza del mare in cui entrambi hanno deciso di scomparire. E di astrali rispondenze, impercettibili cataclismi, arcane complicità, beffarde rappresaglie scatenate dai luoghi (come l'abbagliante giardino di pietra di kyoto) sono intessuti anche gli altri due, non meno indimenticabili, racconti qui riuniti. Racconti che esplorano, con la sovrana maestria che i lettori del fucile da caccia ben conoscono, quell'indecifrabile e ingannevole universo che si spalanca dietro la parola «amore».