Quando marcel proust mori, già celebre nel mondo, nel 1922, molti si precipitarono da colei ch'egli chiamava la sua 'cara céleste ', per ottenerne la testimonianza, i ricordi. Molti sapevano che solo lei (per essergli vissuta accanto negli otto decisivi anni della sua esistenza) deteneva verità essenziali sulla persona, sul passato, sugli amori, sullo sguardo sul mondo, sul pensiero, sull'opera di quel grande, geniale infermo. Céleste era il testimone principe, il centro di tutto. Ma per cinquant'anni rifiutò di parlare. La sua vita, diceva, se n'era andata con monsieur proust. Solo a ottantadue anni céleste albaret decise di concedere una lunga conversazione, raccolta nel libro, a georges belmont.
Dedicato alle donne e a tutti quelli che non ce la fanno, e poi invece sì, ma che fatica. Rime lievi e prose fluide per esprimere le luci e le ombre di una vita che si ingarbuglia veloce e si scioglie troppo lentamente, che chiede cura e spesso ne riserva poca, che ha molte richieste e poche risposte. La filastorta di enrica, disposta per canti come un piccolo poema, è un rimario di grazia e sentimento, una forma di resistenza ai luoghi comuni, alle certezze, ai musi lunghi, agli snobismi, alle mode. Lontano da sentimentalismi ingannevoli e scandito da un ritmo che vibra leggero tra gli occhi e le orecchie, i versi e le immagini, questo canzoniere illustrato parla d'amore con la giusta quantità di sarcasmo per non risultare stucchevole e la giusta quantità di ironia per non scivolare nella banalità. Dedicato alle donne e a tutti quelli che non ce la fanno, e poi invece sì, ma che fatica.
Il fantastico è un genere intriso di magia, eventi misteriosi e creature sovrannaturali, e spesso è percepito come una pura evasione nell'irrazionale, nel superstizioso e nel fiabesco. Ma in molte storie di eroi, incantatrici, creature leggendarie e magie di ogni sorta c'è sempre più spazio anche per la scienza. «un saggio illustrato che svela le relazioni pericolose tra meterie come la fisica o la biologia e l'immaginario fantasy» - giuliano aluffi, robinson
La raccolta del poeta slammer di italia's got talent 2019. «scriverò finché avrò voce è un titolo felice per indicare insieme le due anime che convivono — completandosi a vicenda — dentro il corpo di simone savogin: quella di autore di versi e quella di performer che quei versi li recita, dà loro voce su un palco davanti al pubblico» - saverino colombo, la lettura il poetry slam è una vera e propria gara: su un palcoscenico, i poeti recitano i loro versi e, alla fine, è il pubblico a decretare il vincitore. Di origine antichissima – già i greci organizzavano questo tipo di competizioni – ha avuto un rinnovato slancio negli ultimi anni, prima in america e adesso in tutto il mondo. In italia il fenomeno ha numeri sorprendenti; solo nel 2018, gli eventi sono stati più di 300. Simone savogin ha cominciato la sua carriera di poeta slammer nel 2005 quando ha fondato, insieme ad altri, la lips (lega italiana poetry slam). Da allora, ha collezionato una serie di successi che gli hanno permesso di vincere per 3 volte di seguito il campionato italiano di poetry slam e di piazzarsi ai primi posti nelle competizioni internazionali. Giocando con i suoni e le allitterazioni, le poesie di savogin si focalizzano sugli oggetti e sulle emozioni del quotidiano, rielaborandole e offrendone spesso una visione straniata che impone una riflessione. Ed è proprio questo cambiamento del punto di vista che rende la raccolta «scriverò finché avrò voce» – che contiene prevalentemente testi inediti – immediatamente «popolare», diretta ed efficace, apprezzabile da tutti. E la partecipazione di savogin a italia's got talent, in onda da gennaio a marzo 2019, ne sarà la conferma.
Sei brevi saggi scritti fra marzo e giugno 2020, nati dall'attualità ma con un respiro universale. La fragilità del corpo, la rimozione della morte, il valore del pubblico e del privato, il privilegio sociale e la sofferenza, l'uso del tempo, l'incontro con l'altro e i modi in cui ci mette in crisi e ci arricchisce: sono questi i temi su cui riflette zadie smith durante la primavera della pandemia e delle rivolte antirazziste negli stati uniti. Mescolando aneddoti personali, ricordi, suggestioni letterarie, idee politiche, non offre facili consolazioni o un semplice diario delle proprie emozioni, ma con la lucidità appassionata che da sempre contraddistingue la sua scrittura saggistica ci dà stimoli preziosi per un pensiero critico, solidale e fecondo in un momento così difficile della nostra contemporaneità.
Dalla tomba in cui sono sepolti, i cittadini di una piccola cittadina americana svelano i segreti della loro vita. In versi sciolti, ma quasi regolari, con una ironia pungente, evocano la vita del villaggio che, al di sotto della spesse coltre puritana, in realtà nasconde concupiscenza e vizio. Il motivo principale del libro sta nella trasformazione dell'amore nel suo opposto, la lussuria. Tutto si deforma e i sogni appassiscono. La raccolta comprende diciannove storie che coinvolgono un totale di 248 personaggi che coprono praticamente tutti i mestieri umani. L'opera di questo cantore dell'illinois è riuscita, nel nostro paese più che in altri, a scavare nei cuori di generazioni di lettori. È forse l'attrazione costante per la morte a donare vita alla poesia di edgar lee masters. Ed è attorno alla morte che si gioca l'intreccio di storie di questo canovaccio vitale e funereo al tempo stesso. In italia il successo di questo libro, profondamente liberatorio e libertario, fu dovuto alla traduzione di fernanda pivano (con il supporto di cesare pavese) e alla vicenda che la portò in carcere proprio per aver tradotto il libro, inviso al regime fascista. Infine, ulteriore fama al libro di lee masters fu data dall'interpretazione di fabrizio de andré, che assieme a nicola piovani, diede alla luce nel 1971 un album straordinario come non al denaro non all'amore né al cielo.
Nell'immaginario di molti lettori la poesia d'amore si identifica con la poesia di jacques prévert. Ed è una fama meritata, questa, per il grande autore francese. In un secolo in cui la poesia, spesso e volentieri, ha scelto la cifra dell'oscurità e la strada di un'inevitabile distanza dal grande pubblico, prévert ha avuto il coraggio di andare controcorrente, di mirare dritto al cuore dei lettori, intonare la sua voce sul registro della sincerità e della spontaneità, adottando un linguaggio intessuto di una fitta rete di rimandi, giochi di parole e puntate ironiche. Ma la complessità del mondo prévertiano si estende anche al piano del contenuto e attraversa tutta la gamma del sentimento amoroso: dalla celebrazione della pienezza di un attimo fugace nei folgoranti flash di 'alicante' o 'paris at night', all'evocazione epico-tragica di un componimento come barbara in cui, nella profondità temporale del ricordo, il lamento per la pena d'amore si fonde con il frastuono della guerra e della storia.