La storia di zeno cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. È il capolavoro di svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo.
Le brûlant vivono da secoli fra di noi con discrezione. Adepte, novizie e sacerdotesse celebrano vecchi rituali tramandati dalla notte dei tempi per ringraziare le divinità. Christian, brillante filologo, verrà coinvolto nella vita della congrega dalla sua amata brigitte scoprendo così la sua natura ancestrale.
Figlio del console kröger, solido e autoritario, e di una bella donna del sud, dal temperamento artistico, il giovane tonio cresce diviso tra l'appartenenza alla razionale borghesia anseatica e il richiamo della vita libera degli intellettuali, prendendo coscienza della propria diversità dai coetanei, «gli occhiazzurrini che non hanno bisogno dello spirito». Racconto dai chiari riferimenti autobiografici, tonio kröger (1903) è il racconto lungo (o romanzo breve) in cui tutti gli elementi del sistema simbolico manniano convergono e si dispongono in un equilibrio di affascinante precarietà.
Quattro fficili casi da risolvere per il sergente logan mcrae, del dipartimento di polizia di aberdeen. Un serial killer pedofilo semina il panico in città uccidendo bambini innocenti. Un criminale spietato ha intrappolato alcune persone in un palazzo in fiamme. Un assassino lascia la sua macabra firma sui corpi delle donne che stupra. Un cadavere smembrato viene ritrovato a pezzi in un freezer. Questo è lo scenario. Lo sfondo: la città di aberdeen, buia, piovosa, fredda come il granito degli obitori. Non è mai facile per un sergente avere a che fare quotidianamente con la feccia della società, soprattutto se il dipartimento di polizia è composto per la metà di cinici pronti a fregarti il posto e per l'altra metà di schiappe incompetenti. Protagonista assoluta di queste vicende è una vivida e quasi scientifica violenza, stemperata dal dissacrante senso dell'umorismo dell'autore, che fluttua costante fra le pagine. In un crescendo di tensione e brutalità, stuart macbride svela una serie di trame mozzafiato.
Tre colori, tre favole piene di poesia e di emozioni. La prima storia, 'neve', è bianca e riposante, come la neve e l'asia che la ispirano. Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco che vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci. A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagne, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. 'il violino nero' è la seconda storia, nera come le note del pentagramma, inquietante come l'atmosfera di una venezia silenziosa ma percorsa da echi della coscienza e dei desideri. Un giovane genio coltiva l'ambizione di 'mutare in musica la propria vita'. Una donna misteriosa esprime in un canto dalle divine sonorità la profonda innocenza della sua anima. Un anziano liutaio ha creato uno splendido violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna. 'l'apicoltore', la terza storia, ha il colore dell'oro come il sogno folle di un giovane che dal sud della francia parte per l'africa. Aurélien cerca in ogni cosa l'oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo del sole, ed è incantato dalle api, 'che possono morire d'amore per un fiore'. Dopo infinite avventure farà ritorno a casa per scoprire dentro di sé il seme di un puro amore per l'unica donna che lo ha da sempre aspettato, piena di fiducia e speranza.
Miss jane marple è nata dalla fantasia di agatha christie nel 1930: un'epoca nella quale le signorine non sposate di una certa età si chiamavano ancora
Luciana littizzetto è, per sua stessa definizione, una 'single un po' frollata'. Alle prese cioè con uomini incerti, inconcludenti, col calzino bianco e ignoranti della gerarchia temporale che, al ristorante, deve regnare fra la caponata e il dessert. Una condizione grottesca che, come se già di per sé non bastasse, va a scontrarsi anche con un mondo dal perdurante maschilismo, con una moda fatta su misura per il corpo di naomi campbell (e soltanto per il suo) e con costanti autoflagellazioni per ottenere impercettibili avanzamenti nella battaglia di nervi con i propri inestetismi. Questo libro raccoglie gli sfoghi di una donna tragicamente e comicamente contemporanea.
Luttazzi gioca correndo a perdifiato tra pubblico e privato. È attratto eroticamente dalla stupidità di governanti e governati ed è attrattto politicamente dall'intelligenza dell'eros. E allora la repubblica delle banane di berlusconi, i talebani, i teenager omicidi vanno assieme a serrate meditazioni sulla masturbazione, sulla penetrazione, sul leggendario tema della lunghezza del pene.