Dall'ira di achille ai funerali di ettore: il primo e più famoso poema epico dell'umanità, che celebra eroi, battaglie, imprese valorose di un passato di smisurata e perduta grandezza. Ma non solo. L'iliade è anche il poema dell'eterna contraddittorietà dell'uomo, il poema dell'inesorabilità del destino, il poema che più di tutti ha saputo legare la gloria alla morte, l'ira alla passione, l'immortalità alla fragilità umana.
Un patrimonio linguistico prezioso destinato a scomparire, ma che kazantzakis ha salvato tramandandolo ai posteri. «nicola crocetti si è imbarcato nell'impresa dell'impresa: tradurre questo folle volo e folle sequel» - robinson «l'odissea di kazantzakis è un monumento immortale alla lingua greca, una babele linguistica di dialetti e tradizioni che collega idealmente la lingua di omero al novecento. Un inno alla vita che assume i toni di un'esortazione alla ricerca della libertà» - stefano malosso, bresciaoggi l'odissea di nikos kazantzakis,
Marianne moore disse una volta a un intervistatore: «mi sembra che wallace stevens metta il dito su quella cosa che è la poesia quando parla di una violenza interna che ci protegge da una violenza esterna». A quella «violenza interna» marianne moore dedicò la vita, distillandola in unopera segnata ovunque da una vocazione esigente per la forma perfetta. Esemplare per la fedeltà e il coraggio con cui difendeva il suo mondo fisico e metafisico, per la coerenza con cui credeva nella poesia senza temere di essere considerata inaccessibile e senza mai abbassare i suoi aculei, incrollabile «come una fortezza», la moore si impose allammirazione di poeti così diversi come pound, eliot, w. C . Williams e w. H . Auden. Oggi la sua opera poetica è universalmente considerata una pietra preziosa, inscalfita e durissima, che continua a rifulgere di una luce lieve e limpida, inconfondibile. La presentiamo qui nella sua interezza, in una traduzione di eminente qualità, una delle più felici che la lingua italiana possieda di un grande poeta moderno.
Versi che nascono esplorando l'umore del mondo, i suoi flussi d'acqua sotterranei, naturali, quelli che ne nascondono il segreto. Lo sguardo di una adolescente è sempre delicato e sognante, ma non per questo meno problematico. Le domande affiorano improvvise in modo talvolta drammatico, o anche ritrovando la limpidezza dello stupore e della speranza. Queste frasi respirano, alimentano una poesia che conversa e immagina, e talvolta scompiglia in modo gioioso il nodo delle cose. E sono all'altezza del sentimento che le anima. Un esordio promettente e il principio di un viaggio.
In questo mondo che fugge a se stesso, si può ancora trovare uno scrittore votato a una nozione superiore di poesia, in grado di restituire l'equivalente letterario di quella concezione magica della natura a cui più nessuno è disposto a dare credito. Maggiani crede nella versificazione che alleggerisce e libera, non teme di slanciarsi in aria all'inseguimento della chimera teologica, riesce anzi a sognare la grazia perduta, ritrovandola nei laghi senza rive, nei giardini verdi, nella case bianche sulle quali la luce non muore mai.
Perché i versi di leopardi risuonano così memorabili? Spiegarlo vorrebbe dire essenzialmente svelare il segreto della poesia e, al tempo stesso, traccerebbe il confine della non poesia. Nei
Un'antologia per rileggere 'l'uomo di pena' saba, il cui percorso poetico è in equilibrio perfetto fra classicità e contemporaneità: la classica perfezione formale delle sue forme poetiche, dove è sedimentato il suono della migliore tradizione lirica italiana, e la sofferta testimonianza della crisi dell'uomo novecentesco. 'saba - sosteneva pier paolo pasolini - è il più difficile dei poeti contemporanei. Al più semplice esame linguistico non c'è parola in saba, la più comune, il 'cuore-amore' della rima famosa, che non risulti immediatamente violentata, o almeno, nei momenti in cui meno chiara fosse la violenza espressiva, malconcia e strappata al suo abituale significato, al suo abituale tono semantico'.
Anche se sono stati i racconti a renderlo celebre, raymond carver ha sempre alternato alla prosa la poesia. Le poesie qui raccolte costituiscono un'autobiografia letteraria insieme intima e universale, una dichiarazione d'amore rivolta alla vita e al lavoro di scrittore.
I 'cento sonetti d'amore' rappresentano lo sviluppo, in forme di accentuata originalità e autonomia, di un motivo che viene di lontano. Il filone da cui scaturisce quest'opera affonda non solo in stravagario, ma anche e soprattutto nei versi del capitano, documento di un'epoca turbolenta in cui l'amore si manifesta in raffiche improvvise, appare dominato da accese note di passione, insidiato da furori e gelosie, agitato da rinunce e ritorni, da condanne e proteste disperate, fino alla definitiva affermazione. Matilde equivale, per neruda, alla terra; il bacio dato alla donna rappresenta l'unione con il mondo. Per il poeta l'amore è elemento che ravviva il mondo, miracolo che si verifica attraverso la presenza della donna.
«l'acqua ha dèi azzurri: tritone che suona, il mutevole proteo, egeone. » «la contiguità tra dèi ed esseri umani è uno dei temi dominanti delle metamorfosi, ma non è che un caso particolare della continuità tra tutte le figure e forme dell'esistente, antropomorfe o meno. Fauna, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali [. ] le metamorfosi vogliono rappresentare l'insieme del raccontabile tramandato dalla letteratura con tutta la forza d'immagini e di significati che esso convoglia, senza decidere - secondo l'ambiguità propriamente mitica - tra le chiavi di lettura possibili». Italo calvino