Artisti, filosofi, intellettuali, poeti: sono loro i protagonisti di un libro che ci conduce in un viaggio nel tempo e nella storia di san pietroburgo. Era quello, dicevano sulle rive della neva, il vecchio adagio: «dove iniziò la rivoluzione nel 1917? A san pietroburgo. Quale città divenne capitale nel 1918? Mosca. Così era all'epoca, così è adesso. San pietroburgo toglieva le castagne dal fuoco e mosca se ne prendeva il merito. » «tutto in questo luogo predispone a osservare, riflettere, ricordare, la malinconia è ovunque. Se san pietroburgo non fosse esistita, avrei inventato io questa città che sonnecchia lungo il fiume, come uno stato d'animo che mi si addice per sempre. » le passeggiate di jan brokken per questa città mitica e in parte perduta rievocano lo spirito di poeti e dissidenti, folli e geni, disperati e amanti: anna achmatova, osip e nadežda mandel'štam, iosif brodskij, dostoevskij, malevič, solženicy, gogol, turgenev, nabokov, nina berberova, Čajkovskij, rachmaninov, stravinskij e molti altri. Sullo sfondo di queste vite straordinarie riecheggiano i tre grandi cambiamenti politici (e onomastici) del novecento pietroburghese: la rivoluzione e il crollo dello zarismo, quando la città si chiamava pietrogrado; la seconda guerra mondiale e lo stalinismo; il collasso dell'unione sovietica, il momento in cui leningrado torna a chiamarsi san pietroburgo. Combinando la cultura di 'anime baltiche' con la passione de 'il giardino dei cosacchi' e la prosa di 'nella casa del pianista', jan brokken realizza il suo reportage narrativo sulla città di san pietroburgo, una sinfonia di ricordi e frammenti di vita, un'ode alla musica, alla letteratura e alla cultura russe che fin dal primo viaggio a leningrado nel 1975 hanno segnato tutta l'opera dell'inquieto viaggiatore olandese.