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Julien Tromeur


Classifica Libri dell'anno 2009

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Libri in questa classifica: 1250

Pagina 47 di 125

Posizione in classifica: 461

Accabadora

Michela Murgia

Narrativa estera - Recente

Accabadora
Premio campiello 2010. Perché maria sia finita a vivere in casa di bonaria urrai, è un mistero che a soreni si fa fatica a comprendere. La vecchia e la bambina camminano per le strade del paese seguite da uno strascico di commenti malevoli, eppure è così semplice: tzia bonaria ha preso maria con sé, la farà crescere e ne farà la sua erede, chiedendole in cambio la presenza e la cura per quando sarà lei ad averne bisogno. Quarta figlia femmina di madre vedova, maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come 'l'ultima'. Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo. 'tutt'a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili'e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia'. Eppure c'è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c'è un'aura misteriosa che l'accompagna, insieme a quell'ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra. Ci sono uscite notturne che maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che maria non immagina, è che tzia bonaria urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell'accabadora, l'ultima madre.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 02/06/2024

Posizione in classifica: 462

La Dama E L'unicorno

Tracy Chevalier

Narrativa estera - Storica

La Dama E L"unicorno
È un giorno della quaresima del 1490 a parigi, un giorno davvero particolare per nicolas des innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al coq d'or e nelle altre taverne al di qua della senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean le viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di saint-germain-des-prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella grande salle della sua casa al di là della senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di jean le viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al coq d'or, e nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di geneviève de nanterre, moglie di jean le viste e signora di quella casa.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 04/07/2020

Posizione in classifica: 463

Diario Di Un Killer Sentimentale

Luis Sepúlveda

Narrativa estera - Narrativa gialla

Diario Di Un Killer Sentimentale
Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: faceva un caldo infernale a madrid e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per qualcuno incontrato a veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo al tappeto. In fondo, dietro i modi da duro, lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, anche se la ricompensa aveva sei zeri sulla destra ed era esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine fra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. I retroscena dell'incarico, però, lo incuriosivano stranamente. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della d. E . A . , sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Era sempre rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo dove non esistevano licenziamenti ma certificati di morte.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 31/12/2021

Posizione in classifica: 464

Il Giorno Prima Della Felicità

Erri De Luca

Narrativa estera - Recente

Il Giorno Prima Della Felicità
Don gaetano è uomo tuttofare in un grande caseggiato della napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. Da lui impara il giovane chiamato 'smilzo', un orfano formicolante di passioni silenziose. Don gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. Scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, è apparso un giorno il fantasma femminile. Un fantasma che torna più tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. Lo smilzo cresce attraverso i racconti di don gaetano, cresce nella memoria di una napoli (offesa dalla guerra e dall'occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacità di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. Lo smilzo impara che l'esistenza è rito, carne, sfida, sangue. È così che l'uomo maturo e l'uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, è così che l'uomo passa al giovane la lama che lo dovrà difendere un giorno dall'onore offeso, è così che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durerà il tempo necessario a essere uomo.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 09/07/2023

Posizione in classifica: 465

Olive Kitteridge

Elizabeth Strout

Narrativa estera - Recente

Olive Kitteridge
Premio pulitzer 2009, premio bancarella 2010 e premio mondello 2012. In un angolo del continente nordamericano c'è crosby, nel maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. Perché in questo piccolo villaggio affacciato sull'oceano atlantico c'è una donna che regge i fili delle storie, e delle vite, di tutti i suoi concittadini. È lì che vive kitteridge, un'insegnante in pensione che, con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell'animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione, e una croce. E ancora, le due sorelle julie e winnie: la prima, abbandonata sull'altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia, sul punto di fuggire ricorderà le parole illuminanti della sua ex insegnante: «non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi». Con dolore, e con disarmante onestà, in «olive kitteridge» si accampano i vari accenti e declinazioni della condizione umana – e i conflitti necessari per fronteggiarli entrambi. E il fragile, sottile miracolo di un'altissima pagina di storia della letteratura, regalataci da una delle protagoniste della narrativa americana contemporanea, vincitrice, grazie a questo 'romanzo in racconti', del premio pulitzer 2009.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 10/12/2024

Posizione in classifica: 466

Diario Di Un Killer Sentimentale

Luis Sepúlveda

Narrativa estera - Narrativa gialla

Diario Di Un Killer Sentimentale
Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: faceva un caldo infernale a madrid e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per qualcuno incontrato a veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo al tappeto. In fondo, dietro i modi da duro, lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, anche se la ricompensa aveva sei zeri sulla destra ed era esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine fra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. I retroscena dell'incarico, però, lo incuriosivano stranamente. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della d. E . A . , sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Era sempre rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo dove non esistevano licenziamenti ma certificati di morte.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 28/10/2024

Posizione in classifica: 467

Che La Festa Cominci

Niccolò Ammaniti

Narrativa estera - Recente

Che La Festa Cominci
Nel cuore di roma, il palazzinaro sasà chiatti organizza nella sua nuova residenza di villa ada una festa che dovrà essere ricordata come il più grande evento mondano nella storia della nostra repubblica. Tra cuochi bulgari, battitori neri reclutati alla stazione termini, chirurghi estetici, attricette, calciatori, tigri, elefanti, il grande evento vedrà il noto scrittore fabrizio ciba e le belve di abaddon, una sgangherata setta satanica di oriolo romano, inghiottiti in un'avventura dove eroi e comparse daranno vita a una grandiosa e scatenata commedia umana. La comicità di ammaniti sa cogliere i vizi e le poche virtù della nostra epoca. E nel sorriso che non abbandona nel corso di tutta la lettura annegano ideali e sentimenti. E soli, alla fine, galleggiano i resti di una civiltà fatua e sfiancata. Incapace di prendere sul serio anche la propria rovina.
Punteggio: 800
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 04/03/2025

Posizione in classifica: 468

Io Sono Un Gatto

Natsume Soseki

Narrativa estera - Classica

Io Sono Un Gatto
Il novecento è appena iniziato in giappone, e l'era meiji sta per concludersi dopo aver realizzato il suo compito: restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Il potere feudale dei daimyo è un pallido ricordo del passato, così come i giorni della rivolta dei samurai a satsuma, e l'esercito nipponico contende vittoriosamente alla russia il dominio nel continente asiatico. Per nero, il gatto di un vetturino che spadroneggia nel quartiere in cui si svolge questo romanzo, i frutti dell'epoca moderna non sono per niente malvagi: ha un pelo lucido e un'aria spavalda impensabili fino a qualche tempo fa per un felino di così umile condizione. Per il protagonista di queste pagine, invece, un gatto dal pelo giallo e grigio, che i suoi simili sbeffeggiano chiamandolo 'senza nome', le cose non stanno così: dinanzi ai suoi occhi si dispiega tutta l'oscura follia che aleggia in giappone all'alba del xx secolo. Il nostro eroe vive a casa di un professore che si atteggia a grande studioso e che, quando torna a casa, si chiude nello studio. Di tanto in tanto il gatto va a sbirciarlo e puntualmente lo vede dormire. Certo, il luminare a volte non dorme, e allora si cimenta in bizzarre imprese. Compone haiku, scrive prosa inglese infarcita di errori, si esercita maldestramente nel tiro con l'arco, recita canti no nel gabinetto, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati. Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna.
Punteggio: 798
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 20/04/2025

Posizione in classifica: 469

La Scuola Degli Ingredienti Segreti

Erica Bauermeister

Narrativa estera - Recente

La Scuola Degli Ingredienti Segreti
È lunedì, nel ristorante di lillian è giorno di chiusura, e come ogni settimana si tengono le lezioni del corso di cucina. Circondata dagli allievi, lillian muove delicatamente le mani, sta per aggiungere l'ultimo tocco, l'ingrediente segreto, e poi la torta sarà pronta. Nessuno meglio di lillian conosce la magia degli ingredienti, nessuno meglio di lei sa che a volte basta una tazza di cioccolata per cambiare un po' la vita. Era solo una bambina quando, grazie a una misteriosa ricetta donatale da abuelita, la donna della bottega delle spezie, ha salvato sua madre. Sono passati anni da allora, anni in cui ha combattuto, ha sofferto, si è ribellata, a volte ha perso ogni certezza, tranne una: la fiducia nella magica alchimia del cibo. È per questo che il suo ristorante è un luogo speciale, dove si ritrovano ricordi perduti, si stringono promesse d'amore o nasce un'amicizia. Lo sanno bene gli allievi del corso di cucina, tutti alla ricerca dell'ingrediente segreto che ancora manca alla loro vita. Come claire, giovane madre insicura, o tom, che ha appena perso la moglie; chloe, ragazza maldestra e vitale; isabelle, che non ricorda nulla tranne le ricette. Per tutti loro lillian ha la soluzione: sa che le tortillas restituiscono il gusto piccante dell'avventura, che una soffice glassa può far dimenticare un tradimento e che un ragù schiude le porte di un nuovo amore. Quello che non sa è la ricetta giusta per lei. Potrà trovarla solo se accetterà di mettersi alla prova, almeno una volta.
Punteggio: 798
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 23/10/2023

Posizione in classifica: 470

Almeno Il Cappello

Andrea Vitali

Narrativa estera - Recente

Almeno Il Cappello
Ad accogliere i viaggiatori che d'estate sbarcano sul molo di bellano dal traghetto savoia c'è solo la scalcagnata fanfara guidata dal maestro zaccaria vergottini, prima cornetta e direttore. Un organico di otto elementi che fa sfigurare l'intero paese, anche se nel gruppetto svetta il virtuoso del bombardino, lindo nasazzi, fresco vedovo alle prese con la giovane e robusta seconda moglie noemi. Per dare alla città un corpo musicale degno di questo nome ci vuole un uomo di polso, un visionario che sappia però districarsi nelle trame e nelle inerzie della politica e della burocrazia, che riesca a metter d'accordo il podestà parpaiola, il segretario comunale fainetti, il segretario della locale sezione del partito bongioanni, il parroco e tutti i notabili della zona. Un insieme di imprevedibili circostanze - assai fortunato per alcuni, e invece piuttosto sfortunato per altri - può forse portare verso bellano il ragionier onorato geminazzi, che vive sull'altra sponda del lago, a menaggio, con la consorte estenuata e la numerosa prole. 'almeno il cappello' racconta la gloriosa avventura del corpo musicale bellanese, le mille difficoltà dell'impresa e la determinazione di chi volle farsene artefice. A ritmo di valzer e mazurca, con il contorno di marcette e inni, andrea vitali s'inventa un'altra storia tutta italiana, fatta di furbizie e sogni, ripicche e generosità, pettegolezzi e amori.
Punteggio: 798
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 01/04/2025

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