La storia di carlino, dell'educazione di una sensibilità e di una coscienza attraverso la vita; la storia di una nazione, del suo riscatto politico; la storia di un'epoca, drammatica e contraddittoria, di transizione. Dall'intreccio di questa triplice prospettiva scaturisce uno dei romanzi più suggestivi dell'ottocento italiano, una sorta di poema della fanciullezza, narrato con tanta trepidazione di sentimento, freschezza, ironia e generosità di rimpianto, che fa spuntare la certezza di un risveglio vicino, del prossimo risorgere di un popolo, di una nazione.
Per i settecento anni dalla nascita di boccaccio, i massimi esperti italiani della sua opera danno vita a un'edizione innovativa, fondante di una nuova tradizione interpretativa, in cui il massimo rigore filologico è associato a una inedita apertura verso i lettori d'oggi. Il nuovo testo critico stabilito da maurizio fiorilla è preceduto dalla rigorosa e appassionata introduzione di amedeo quondam, cui si deve anche il ricchissimo apparato di note; giancarlo alfano, oltre a ricostruire l'intera storia del testo, nelle introduzioni alle singole giornate e alle novelle fornisce le opportune chiavi di lettura. Completa l'edizione un'ampia appendice lessicale. La riscoperta definitiva di un capolavoro che ancora affascina per la pluralità dei toni, per la capacità di dipingere l'infinita varietà della vita.
Uno spreco, una storia d'amore mancata, l'impossibile accordo tra educazioni sentimentali ispirate a modelli letterari diversi, la vita stritolata nelle divergenze fra civiltà e natura. L'incontro di evgenij e tatiana nella campagna russa, la lettera d'amore della signorina di provincia al giovane dandy, il duello con cui questo uccide l'amico, i suoi viaggi e infine l'arrivo a pietroburgo per riconoscere tatiana nelle vesti di altera principessa legislatrice di salotti e innamorarsene perdutamente: puskin racconta questa tragica storia con grande levità di toni.
«scoprire walser è un po' come per jakob von gunten scoprire l'istituto benjamenta: si passa dal sospetto della mistificazione alla certezza del mistero e infine alla scoperta che il centro di quel mistero è la sua quasi identità con la mistificazione. Jakob scopre che veramente dietro alla facciata dell'istituto non c'è un pensiero – 'forse che qui c'è un qualche piano generale, un pensiero? No, niente' –, ma è proprio la fuga dal pensiero il segreto dei benjamenta e anche di walser». (roberto calasso)
Sullo sfondo delle miniere del galles, una storia umanissima di grandi, fondamentali conflitti sociali, civili e sentimentali. Nel cuore dei protagonisti divampa la lotta per ottenere più giustizia, libertà e realizzare finalmente un ideale e un progetto di vita più felice. Molti sono i contrasti e i conflitti che cronin ritrae con sottile e attenta psicologia, dando ai personaggi una profondità autentica, che si può riscontrare solo nei ritratti dei grandi e affermati romanzieri. Il soffio della vita vissuta è presente in tutto il libro ed è la caratteristica che ha fatto conoscere cronin.
Nei racconti del ciclo pietroburghese la capitale (che all'ucraino gogol appare come una città non russa, splendida facciata di un edificio ormai in rovina dove si conduce una vita vuota, esteriore, alienata) si fa al tempo stesso scenario grottesco e sinistro burattinaio di quella
Giunto a roma in cerca di impiego, per una serie di coincidenze serafino gubbio trova lavoro come operatore per la casa cinematografica kosmograph. Il suo nuovo ruolo disumanizzato di 'mano che gira la manovella' gli permetterà di guardare il mondo da osservatore esterno e di cogliere le meschinità, le contraddizioni e la pochezza dei sentimenti e delle ambizioni che muovono attori, impresari e collaboratori che gravitano intorno al mondo del cinema, come la [emme fatale varia nestoroff, il frivolo aldo nuti o il tragicomico dottor cavalena. Eccelso uomo di teatro, pirandello ebbe un rapporto di attrazione e odio con la cinematografia, arte simbolo della civiltà delle macchine, cui non risparmiò critiche feroci ma di cui seppe anche anticipare e teorizzare sviluppi futuri, per cui gli saranno debitori registi come fellini, antonioni, bergman e tanti altri. Un rapporto complesso e ambivalente, indagato acutamente nel saggio introduttivo di stefano milioto.
Il romanzo narra epicamente il tragico destino di una minoranza etnica odiata e perseguitata per la sua antichissima civiltà cristiana, in eterno contrasto con i turchi e con il grande impero ottomano. Verso la fine del luglio 1915 circa cinquemila armeni perseguitati dai turchi si rifugiarono sul massiccio del mussa dagh, a nord della baia di antiochia. Fino ai primi di settembre riuscirono a tenere testa agli aggressori ma poi, cominciando a scarseggiare gli approvvigionamenti e le munizioni, sarebbero sicuramente stati sconfitti se non fossero riusciti a segnalare le loro terribili condizioni a un incrociatore francese. Su quel massiccio dove per quaranta giorni vive la popolazione di sette villaggi, in un'improvvisata comunità, si ripete in miniatura la storia dell'umanità, con i suoi eroismi e le sue miserie, con le sue vittorie e le sue sconfitte, ma soprattutto con quell'afflato religioso che permea la vita dell'universo e dà a ogni fenomeno terreno un significato divino che giustifica il male con una lungimirante, suprema ragione di bene. Dentro il poema corale si ritrovano tutti i drammi individuali: ogni personaggio ha la sua storia, ogni racconto genera un racconto. Fra scene di deportazioni, battaglie, incendi e morti, dotate di straordinaria potenza rappresentativa, si compone quest'opera fondamentale dell'epica moderna.
Visionario, profetico e sempre attuale, uno dei massimi capolavori del novecento di gerge orwell nella nuova serie degli oscar moderni cult. L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: oceania, eurasia ed estasia. Al vertice del potere politico in oceania c'è il grande fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il ministero della verità, nel quale lavora il personaggio principale, smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, smith comincia a condurre un'esistenza 'sovversiva'. Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.
L'animo umano è un paesaggio eterogeneo ed enigmatico. Anton cechov è stato capace di raccontarlo in decine e decine di racconti, tra cui una parte viene presentata tra queste pagine. In ogni racconto vengono indagatati gli abissi e le increspature di ogni personaggio, andandone a recuperare il nucleo di mistero più nascosto. Il grande narratore russo registra gli ultimi sussulti della borghesia del suo paese, costruendo un affresco unitario e nitido.