'grande affresco storico sul grande gioco, come lo chiamò kipling, che impegnò inglesi e russi, per buona parte dell'ottocento, in afghanistan, in iran e nelle steppe dell'asia centrale. Mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la gran bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un'occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti 'mille e una notte' della diplomazia imperialista il lettore troverà l'antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in afghanistan e in iran. ' (sergio romano)
Sono tre miliardi e mezzo. Sono più giovani di noi, lavorano più di noi, studiano più di noi. Hanno schiere di premi nobel. Guadagnano stipendi con uno zero in meno dei nostri. Hanno arsenali nucleari ed eserciti di poveri. È 'cindia': cina e india, il dragone e l'elefante. Cindia non indica solo l'aggregato delle due nazioni più popolose del pianeta: è il nuovo centro del mondo, dove si decide il futuro dell'umanità. Più di metà della popolazione mondiale è concentrata in quest'area, ed è la metà che cresce. Cresce sia demograficamente che economicamente. Oggi vi è però fra cina e india una differenza radicale che ne fa due modelli alternativi. L'india è la più vasta democrazia esistente al mondo, un esempio di pluralismo e di tolleranza unico per quelle dimensioni. La cina è il più imponente modello di stato autoritario, funzionale e modernizzatore. Federico rampini racconta questo enorme impero nascente e cerca di rispondere a una delle domande chiave del nostro futuro: vincerà la ricetta cinese, quella indiana, o un misto fra le due? E con quali conseguenze per il resto del mondo?
Tre motivi per leggerlo perché è un libro che non ti aspetti: una meditazione sul dissenso, che parla però molto di consenso e propone una collocazione costituzionale dei gruppi di protesta. Perché hannah arendt racconta di socrate, thoreau e della rivoluzione americana per tracciare la differenza che corre tra disobbedienza civile e obiezione di coscienza. Perché è un piccolo, prezioso manifesto sulla partecipazione attiva, contro la dittatura dei politici e le prepotenze dei governi. 'chi sa di poter dissentire sa anche che, in qualche modo, quando non dissente esprime un tacito assenso. ' - hannah arendt
Una guida nel labirinto della nostra ricostruzione economica ma anche un'idea per il futuro dell'italia, a partire da tre parole d'ordine: uguaglianza di possibilità, merito e solidarietà. Dalla crisi stiamo emergendo, ma non basta tornare a dove eravamo nel 2019, l'anno che ha chiuso il peggior ventennio nella storia economica d'italia. Per ripartire davvero servono riforme radicali nella nostra economia e nella nostra società. Il mondo sta affrontando la peggiore crisi economica dalla seconda guerra mondiale. Il virus sta facendo danni più gravi di lehman brothers. E l'italia? Bisogna tornare al 1945 per trovare un dato peggiore di caduta del pil. La crisi ha messo in luce le nostre debolezze, certo, ma anche i nostri punti di forza, compresa la capacità di rispondere bene in condizioni di emergenza. Ma affrontare l'emergenza non basta, e non basta tornare a dove eravamo nel 2019: ora abbiamo davanti a noi la responsabilità della ricostruzione. Carlo cottarelli si pone al confine tra il mondo che crolla e il mondo che verrà dopo. E, mentre ci accompagna nel labirinto delle possibilità economiche oggi a nostra disposizione, ci mostra come l'italia abbia bisogno di tornare a crescere in modo sostenibile da un punto di vista sociale, finanziario e ambientale. Dobbiamo salvare la nostra economia, ma per farlo abbiamo bisogno di più uguaglianza, soprattutto nelle opportunità che vengono fornite alle nuove generazioni. Per questo ci vuole la politica, e infatti questo è un libro (anche) politico. Perché parla di come la società italiana dovrebbe funzionare sulla base di un principio ideale: la possibilità per tutti di avere un futuro nella vita, indipendentemente dalle condizioni in cui si è nati. È importante che le agende politiche partano da una chiara enunciazione della società che si vorrebbe realizzare. Altrimenti, la politica diventa personalismo, opportunismo e cinismo.
Il libro è una cavalcata attraverso il tempo, in cui la rievocazione dei grandi eventi storici e dei loro protagonisti si intreccia strettamente con le vicende minute di gente comune, gente che ha amato e sofferto, lottato, sperato di vivere prima o poi in un paese 'normale'. L'italia povera e agricola del primo novecento, il mattatoio della grande guerra, il fascismo, la guerra civile, gli anni del boom, quelli delle contestazioni e delle stragi di stato, il regno di craxi e il lento declino della dc, la caduta del muro e la disgregazione del pci, tangentopoli: l'itinerario tocca tutte queste tappe, con il tono amichevole di chi si siede a conversare, ricorda, riflette, si interroga e si arrabbia.
La verità su via d'amelio è ancora lontana perché è stata insabbiata. Un falso pentito ha retto ben sei processi e due sentenze della suprema corte. Perché? Com'è possibile che investigatori considerati pilastri dell'antimafia abbiano dato credito a un'assurdità così clamorosa? Lo bianco e rizza ce lo raccontano fotografando questi ultimi 18 anni di complici mistificazioni.
«massimo fini ha raccolto molti dei suoi saggi polemici sui problemi più scottanti del momento, e li ha titolati 'il conformista'. Fini viene da lontano. Non soltanto come maestria di scrittura, ma anche per ricchezza di esperienze. Ha le mani pulite. Non rispetta le regole. Non sta al gioco. Gliela faranno pagare calando su di lui una coltre di silenzio: da quando i roghi non esistono più, è la sorte che attende i conformisti che non si conformano. (indro montanelli)