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Julien Tromeur


Classifica Libri dell'anno 1977

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Libri in questa classifica: 7

Pagina 1 di 1

Posizione in classifica: 1

I Segreti Dei Samurai
Le Antiche Arti Marziali

Oscar Ratti

Attività sportive - Arti marziali

I Segreti Dei Samurai<br>Le Antiche Arti Marziali
Questo volume dedicato alle arti marziali del giappone feudale, illustra dettagliatamente le armi, le tecniche, le strategie e i principi di combattimento che resero così terribili i guerrieri giapponesi. Si tratta dell'unica opera occidentale dedicata a questo argomento. Partendo da una panoramica delle prime lotte tumultuose per la supremazia politica, il volume segue e presenta l'affascinante ed inarrestabile ascesa della classe militare verso il potere assoluto. Tutte le più importanti arti marziali sono esaminate in maniera particolareggiata, e l'evoluzione di ognuna di esse è seguita attraverso i più famosi maestri e combattenti. Gli autori trattano inoltre di metodi di preparazione e di allenamento pressoché sconosciuti, considerati generalmente esoterici e spesso anche di origine divina: essi avevano lo scopo di aiutare lo sviluppo del potere interiore dell'uomo, e di fondere tutte le sue energie in un'unica forza concentrata. Il volume si conclude alle soglie dei tempi moderni, e fornisce in tal modo un'ampia e accurata retrospettiva per una migliore comprensione delle arti marziali così come vengono oggi praticate, che si sono irradiate dal giappone in tutto il mondo. Riccamente illustrato, questo studio si approfondisce su ogni forma e tipo di arte marziale, a mani nude o con armi. Oltre che appassionati e cultori di arti marziali, il volume interessa anche studiosi e collezionisti di armi ed armature, i quali troveranno nel testo numerose e dettagliate illustrazioni.
Punteggio: 977
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 25/06/2023

Posizione in classifica: 2

I Fratelli Tanner

Robert Walser

Narrativa estera - Classica

I Fratelli Tanner
«corre dappertutto, felice sino alla punta dei capelli, e alla fine non diventa nulla, se non una gioia del lettore». Così simon, protagonista dei fratelli tanner, viene descritto da kafka, che ne fu uno dei primissimi e più entusiastici lettori. Simon ci appare, all'inizio, come un ultimo discendente della nobile stirpe dei «fannulloni» che, da eichendorff in poi, hanno traversato la letteratura accompagnati dal soffio corrosivo dell'ironia romantica: cerca, trova e abbandona i lavori più vari (ma sempre anonimi e subalterni) con irresponsabile disinvoltura, si lancia in lunghe passeggiate, fantastica, si guarda intorno per le strade, scrive grandi lettere, attacca discorso, incrocia senza mai arrestarsi i suoi fratelli e tanti sconosciuti, dell'esistenza dei quali, proprio perché a nulla, o forse al nulla, appartiene, riesce per un poco a partecipare così intimamente come neppure loro stessi saprebbero. Ma quando lo troviamo che scrive indirizzi in una copisteria per disoccupati, circondato da una schiera di rifiuti della società, riconosciamo in lui uno di quei diseredati su cui dostoevskij fu il primo romanziere a fissare ossessivamente lo sguardo. Eppure non c'è in simon neppure una punta del risentimento dell'«uomo del sottosuolo». Questo «disoccupato straccione» è un imprendibile spirito dell'aria, che prova meraviglia ogni mattina per l'esistenza del mondo, anzi ritiene che «si troverebbe tutto meraviglioso se si fosse capaci di sentire tutto, perché non può essere che una cosa sia meravigliosa e l'altra no». La sua gioia è nel sentirsi «debitore» anche se non ha nulla e nulla gli viene dato. Ma proprio questo sconcertante modo di essere carica di una straordinaria intensità le sue esperienze. E quando dirà: «la lotta della povera gente per un po' di pace, intendo la cosiddetta questione operaia», sapremo che, di là dalla loro mirabile ironia, queste parole sono fra le più dure e inappellabili che mai siano state dette contro la società. Come, all'inverso, dai discorsi della maga-direttrice di una «casa di cura per il popolo», che è insieme un luogo di ritrovo e un'immagine dell'utopia, ci renderemo conto che i fratelli tanner non ci introduce solo, come sembrerebbe, a un «romanzo familiare» ma a una parola di cui forse credevamo di aver smarrito il significato, per l'inadeguatezza di chi la propugna e di chi la evita: fraternità. Pubblicato nel 1907, questo primo romanzo di walser raccoglie, come una lunga ouverture, abbandonata e felice, tutti i temi dell'opera del grande scrittore svizzero (di cui prefigura in un episodio, con cinquant'anni di anticipo, la morte in una solitaria passeggiata nella neve). La più bella definizione della sua forma rapsodica, toccata da un'impalpabile grazia, è nelle parole del poeta morgenstern, che fra l'altro aiutò walser a «ripulire» il manoscritto dei fratelli tanner: «questo romanzo ha un qualcosa di sonnambolico, come, per così dire, si fosse scritto da sé. Per svariate ragioni, è per me una pura meraviglia, e se qui appare un genio spesso ancora immaturo e selvatico, tuttavia è un genio, cioè quel caso eccezionale e ogni volta incredibile di un uomo attraverso il quale la vita sembra scorrere come da una brocca gorgogliante».
Punteggio: 967
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 17/03/2023

Posizione in classifica: 3

L Atto Di Volontà

Roberto Assagioli

Filosofia - Civica

L Atto Di Volontà
In quest'opera l'autore compendia un approfondito e ispirato studio sull'origine, la funzione e lo sviluppo della volontà. Inizialmente assagioli stacca la volontà dall'angusto preconcetto volontaristico, che la interpreta come funzione autorepressiva, per porla al centro della coscienza individuale come 'esperienza fenomenica', talvolta spontanea, ma sempre e comunque provocabile. Successivamente ne definisce qualità e funzioni, svincolandola dal pregiudizio deterministico, che la vuole interamente soggiogata al carro delle motivazioni inconsce, per ridarle dignità e potere autonomi e coscienti, prerogative insopprimibili della dimensione umana. Approfondendo l'indagine ne rivela gli aspetti transpersonale e universale, collegandola così all'esperienza supercosciente, ritenuta fondamentale nel processo autorealizzativo della psicosintesi. In seguito dà un'interpretazione 'anatomo-fisiologica' dell'atto volitivo suddividendolo in sei stadi e rivelandone il meccanismo d'azione, fino a presentarci l'uso della volontà come un vero e proprio metodo autorealizzativo. Tutta l'opera è permeata da un alto valore intuitivo unito a un'esemplare chiarezza di esposizione, che la rendono facilmente comprensibile ed estremamente pratica nella sua utilizzazione.
Punteggio: 867
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 12/02/2023

Posizione in classifica: 4

Doppio Sogno

Arthur Schnitzler

Narrativa estera - Classica

Doppio Sogno
Un ballo in maschera, due misteriose figure in domino rosso, uno straniero insolente, qualche parola incomprensibile e allusiva: queste apparizioni gettano, una sera, «un'ombra di avventura, di libertà e di pericolo» nella vita di un medico e di sua moglie, giovani, belli e chiusi in un'ovattata felicità domestica. Da quel momento essi entrano, senza saperlo, in un intreccio speculare di peripezie notturne tanto inverosimili da sembrare oniriche e di sogni tanto invadenti da sembrare fatti reali: e, per tutti e due, i desideri segreti occuperanno la scena, per una notte, con una violenza e una fascinazione tali che li trascineranno inermi con sé, tra la voluttà e l'angoscia. Come in un film di von stroheim, dalla vienna borghese e tranquilla emergono inquietanti personaggi, le maschere dilagano, si aprono porte segrete, si svelano esseri equivoci, incombono giudici oscuri e feroci. Alla fine, un fascio di fredda luce clinica illuminerà il corpo bianco ed esanime di una sconosciuta, e in essa il protagonista riconoscerà «il cadavere pallido della notte passata, destinato irrevocabilmente alla decomposizione». Non senza, però, aver anche irrevocabilmente mutato la vita del giovane medico e della sua compagna. Insieme al ritorno di casanova e alla signorina else, il doppio sogno (1926), racconto chiaroveggente e immerso in un incanto surreale, è una delle riuscite supreme di schnitzler, ormai sempre più spesso riconosciuto, in questi ultimi anni, come uno dei grandi narratori psicologici della letteratura moderna, per il sorprendente spessore e la temibile lucidità delle sue storie, che sembrano aver dato fin dall'inizio per sottintese le scoperte della psicoanalisi.
Punteggio: 861
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 19/01/2024

Posizione in classifica: 5

Gli Archetipi Dellinconscio Collettivo

Carl Gustav Jung

Mente e psiche - Sociale

Gli Archetipi Dellinconscio Collettivo
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale
Punteggio: 845
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 07/04/2024

Posizione in classifica: 6

Gli Archetipi Dell'inconscio Collettivo

Carl Gustav Jung

Mente e psiche

Gli Archetipi Dell"inconscio Collettivo
Un certo strato per così dire superficiale dell'inconscio è senza dubbio personale: noi lo chiamiamo inconscio personale'. Esso poggia però sopra uno strato più profondo che non deriva da esperienze e acquisizioni personali, e che è innato. Questo strato più profondo è il cosiddetto «inconscio collettivo». «il concetto di archetipo, che è indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque».
Punteggio: 845
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 17/07/2021

Posizione in classifica: 7

Il Re Del Mondo

René Guénon

Religione - Esoterismo

Il Re Del Mondo
Nel 1924 apparve a parigi un singolare libro di ferdinand ossendowski, dal titolo bestie, uomini e dèi. Vi si raccontava un avventuroso viaggio nell'asia centrale, nel corso del quale l'autore affermava di essere venuto in contatto con un centro iniziatico misterioso, situato in un mondo sotterraneo le cui ramificazioni si estendono ovunque: il capo supremo di questo centro era detto re del mondo. René guénon prese spunto da tale pubblicazione per mostrare, in questo breve e splendido libro, come, dietro alle confuse narrazioni di ossendowski e di altri scrittori, si profilassero dottrine e miti immemoriali, di cui si ritrovavano tracce dal tibet (con la sua nozione dell'agarttha, la terra ‘inviolabile') alla tradizione ebraica (con la figura di melchisedec e della città di salem), e così anche nei più antichi testi sanscriti, nel simbolismo del graal, nelle leggende sull'atlantide e in tanti altri miti e immagini. A mano a mano che si svelano questi rapporti, siamo còlti come da una vertigine: con pochi e sobri gesti guénon riesce a mettere in contatto tali e così diverse cose che alla fine ci troviamo dinanzi a una sterminata prospettiva, che traversa tutta la storia fino a oggi, dalle origini inattingibili della tule iperborea fino all'occultamento del centro iniziatico nella nostra ‘età nera', il kali-yuga. In poche pagine, e tutto per immagini, guénon disegna dunque la linea della trasmissione della tradizione primordiale, sicché questo libro potrà valere per molti come introduzione al pensiero di un maestro solitario e indispensabile del nostro tempo.
Punteggio: 835
               

Ultimo aggiornamento punteggio: 12/01/2024

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