Sinossi Libro
Confidenze, dettagli biografici e ammissioni di passi falsi. Insomma: un libro pieno di umanità. Come si impara a scrivere? Esistono dei veri e propri esercizi per l'aspirante romanziere? Cosa determina l'originalità di un libro? È giusto assegnare ai premi letterari tanta importanza? Uno scrittore dove «trova» i personaggi da mettere in scena? La scuola prepara davvero alla vita o serve solo a rendere i ragazzi conformisti? Qual è l'importanza della forma fisica per un romanziere? E soprattutto: per chi si scrive? Con «il mestiere dello scrittore» murakami haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell'intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono «chiacchiere di bottega», confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di piú: una riflessione sull'immaginazione, sul tempo e l'identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà. In questo senso «il mestiere dello scrittore» è anche un'autentica autobiografia letteraria di uno degli autori più schivi del pianeta. È un libro pieno di curiosità e rivelazioni sul mondo di murakami: dal fatto che la sua prima e più importante editor è la moglie, che legge tutto quello che scrive e di cui lui ascolta tutti i consigli; a quando riscrisse «dance dance dance» due volte: la prima a roma, in una stanza d'albergo confinante con una coppia un po' troppo focosa, la seconda a londra quando si accorse che il dischetto su cui aveva salvato il file del romanzo si era cancellato - mesi dopo però, per le bizze a cui i computer ci hanno abituato, la prima versione rispunta fuori e murakami deve ammettere che la seconda, che senza l'inghippo informatico non avrebbe mai scritto, è molto migliore della prima. Murakami regala ai suoi lettori un libro pieno di confidenze, dettagli biografici, ammissioni di passi falsi, insomma: di umanità.