Ultimo dei tre grandi romanzi di tolstoj dopo «guerra e pace» e «anna karénina», «resurrezione» è la storia di katjuša e nechljudov e della loro rinascita. Nechljudov, giurato al processo per omicidio dove viene condannata la donna da lui un tempo sedotta e abbandonata, la giovane prostituta katjuša, si rende conto di aver avuto un'enorme responsabilità sulla sorte infelice della ragazza. Divorato dal rimorso, abbandona la sua vita di agi per seguirla nei lavori forzati in siberia. Alla vicenda dei due giovani, con il finale riaffacciarsi a una nuova vita e la ritrovata dignità, si affianca quella di una folla di personaggi 'umiliati e offesi'. Tolstoj si fa portavoce degli ultimi, i contadini inurbati e i carcerati, povera gente vittima di ogni genere di soprusi, e raggiunge col suo profondo esame dei sentimenti umani quel 'modo moderno di vedere le cose' che si era prefisso.
L'ammazzatoio è l'osteria dove i personaggi vanno ad annegare nell'alcool la loro disperazione. Gervaise, amante da anni di lantier, si stabilisce a parigi con i due figli da lui avuti. Lantier la abbandona e gervaise sposa copeau, un operaio, che ha un grave incidente e per le cui cure vengono spesi tutti i risparmi. Demoralizzato copeau si dà all'alcool e anche gervaise comincia a bere e si degrada sempre più fino a prostituirsi. Morto il marito in un ospizio, gervaise si riduce a vivere in un sottoscala in cui verrà infine trovata morta di stenti.
Lewis carroll pubblicò «la caccia allo snark» nel 1876. Un fantastico racconto epico nel quale i dieci protagonisti, i cui nomi iniziano tutti per b, spariscono, si dileguano, impazziscono, trovano se stessi percorrendo un'improbabile rotta attraverso un mondo fatto solo di nonsensi: un poemetto eroicomico concepito sul concetto della doppiezza, dell'ambiguità, dell'inafferrabilità. Lo stesso nome snark coniuga in sé due animali tra loro molto distanti, eppure per qualche misteriosa ragione simbolicamente associabili: lo 'shark' (lo squalo) e lo 'snake' (il serpente). Lo snark è il non-visibile, il non-rappresentabile, che tuttavia, con stupore e terrore, percorre tutta l'esistenza. In questo poemetto, destinato a diventare uno dei punti di riferimento del surrealismo, il lettore è messo di fronte allo sviluppo autonomo di dimensioni simultanee. Più volte sollecitato a dare spiegazioni sul senso di questo suo lavoro, solo una volta carroll si limitò a dire che è un'allegoria sulla ricerca della felicità. Il poemetto è stato adattato in musical e a teatro ma ha ispirato anche episodi televisivi, videogame e filmati di animazione giapponese, oltre ad altri scrittori, quali jack london («the cruise of the snark») e c. S . Lewis.
Fra i grandi scrittori del novecento, joseph roth è quello che più pervicacemente ha saputo tener fede alla figura del narratore. Raccontare storie disparate, intesserle, farle risuonare l'una con l'altra, fare dei propri racconti «una grande casa con molte porte e molte stanze per molte specie di uomini»: questo è il sogno che roth perseguì in tutta la sua vita di scrittore. E lo riconosciamo subito leggendo queste narrazioni, sparse nell'arco di più di vent'anni, chiuse alcune nella misura essenziale dell'apologo, dove avvertiamo ogni volta di muoverci all'interno di un unico, ma quanto mai vasto e variegato mondo. Molte sono le vie che roth tenta, e più di una volta si può dire che esse conducano alla terra della perfezione, come nel caso almeno del
Pubblicato nel 1866, delitto e castigo è il resoconto psicologico di un crimine. Raskol'nikov, povero studente di pietroburgo, per emanciparsi da una miseria opprimente non esita a uccidere una vecchia usuraia e la sua incolpevole sorella, per poi derubarle. Il delitto ha un profondo valore simbolico: l'usuraia incarna l'iniquità del mondo e col suo gesto scellerato il giovane vuole mettere alla prova quella capacità di infrangere la legge che è propria dell'«uomo superiore», libero e svincolato da ogni morale. Ansia di sublime e fascino dell'abiezione, volontà di ferire e desiderio di espiare lacerano il cuore e la mente dell'omicida. Combattuto tra il ricordo ossessivo del misfatto e il timore angoscioso di venire scoperto, raskol'nikov finisce col diventare l'implacabile giudice di sé stesso, fino alla catarsi finale: l'ammutolire della ragione, il palesarsi improvviso di una rivelazione che conduce ad accettare il castigo come destino.
Torna nelle librerie italiane, in una nuova traduzione, il romanzo capolavoro di rabindranath tagore, primo scrittore non europeo a ricevere il premio nobel per la letteratura, nel 1913. «tagore è più grande di tutti noi» -w. B . Yeatsda questo romanzo è stato tratto un film diretto da satyajit ray, presentato a cannes nel 1984 e candidato alla palma d'oro. All'alba del ventesimo secolo, lo stato del bengala è la culla del movimento indipendentista indiano contro la dominazione britannica. Nikhil, proprietario terriero dall'indole mite e spirituale convinto che il tumulto che sta agitando il paese possa essere risolto in modo pacifico, vede presto irrompere la tensione anche tra le mura del suo palazzo: quando la moglie bimala esce dall'isolamento del gineceo per fare la conoscenza di sandip, leader radicale pronto a utilizzare qualsiasi mezzo per ottenere l'indipendenza, la donna rimane inevitabilmente attratta dal suo carisma e dalle sue idee in merito al futuro del paese. Si delinea così un pericoloso triangolo, in cui i due uomini, che rappresentano due modi differenti di interpretare la causa indiana contro l'imperialismo, diventano rivali anche nel campo degli affetti. Intanto bimala, che insieme alla coscienza politica vede risvegliarsi il suo anelito verso l'emancipazione femminile, dovrà cercare di risolvere quell'opposizione tra «la casa e il mondo», apparentemente inconciliabile. Con una prosa elegante e raffinata, il romanzo tratteggia un personaggio femminile forte, coinvolgente sia dal punto di vista emotivo che da quello simbolico.
Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Alice e le sue avventure nel favoloso paese delle meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l'amica di peter pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l'occasione per rileggere i tre romanzi – le avventure di alice nel paese delle meraviglie, peter pan e il mago di oz –, cogliendone la grande modernità.
Robert shannon, rimasto orfano e privo di ogni mezzo per vivere, va da dublino a levenford, una cittadina puritana della scozia, presso i nonni materni. Ma qui tutto di lui spiace e si presta al ridicolo: il suo nome, i suoi vestiti, la religione stessa, sono motivo di contrasto e di scherno. In questo mondo straniero e nemico, robert riesce a trovare conforto e aiuto nel personaggio più bizzarro della famiglia: il bisnonno, un vecchio assurdo, enfatico, squattrinato e ardente, pronto ad affermare, talvolta con prepotenza, la sua ansia di vita e di avventura.
Camminare sul filo del rasoio è difficile e, in effetti, tutt'altro che facile si presenta l'impresa di larry, un giovane americano traumatizzato dagli orrori della grande guerra che si decide a percorrere - molto in anticipo sui suoi coetanei di qualche decennio dopo - la via dell'india, e dell'illuminazione. E lo fa senza rinunciare a una fitta schermaglia amorosa con l'incantevole isabel, a un duello col feroce zio di lei, e al cimento più arduo di tutti: la mera sopravvivenza nella spietata comunità di espatriati che fra le due guerre abitava la riviera francese.