Miss jane marple è nata dalla fantasia di agatha christie nel 1930: un'epoca nella quale le signorine non sposate di una certa età si chiamavano ancora 'zitelle'. E proprio un'attempata ma decisamente arzilla zitella è miss marple: tra un lavoro a crochet e una tazza di tè, infatti, finisce sempre per essere casualmente implicata in una serie di delitti che riesce a risolvere facendo appello alle proprie doti di 'osservatrice della natura umana' (qualche maligno direbbe più banalmente di 'pettegola'). Nella biblioteca di villa bantry viene trovato il corpo di una sconosciuta in abito da sera. Chi è? Com'è finita lì? Chi l'ha uccisa? 'c'è un cadavere in biblioteca' (1942) mostra una miss marple in piena forma, capace di far luce sui più tortuosi meandri dell'animo umano. Un quotidiano locale pubblica un curioso annuncio a pagamento nel quale si prevede un delitto. Tutti pensano a una burla, ma l'incredibile programma viene puntualmente rispettato: anche in 'un delitto avrà luogo' (1950) l'angelica miss marple capiterà nel posto giusto al momento giusto e riuscirà a chiarire l'enigma. In 'polvere negli occhi'(1953) miss marple saprà risolvere un'intricata vicenda: un facoltoso uomo d'affari, rex fortescue, muore subito dopo aver bevuto del tè. E poco dopo in casa sua avviene un secondo omicidio: la vittima è una conoscenza di miss marple.
La storia di zeno cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. È il capolavoro di svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo.
Figlio del console kröger, solido e autoritario, e di una bella donna del sud, dal temperamento artistico, il giovane tonio cresce diviso tra l'appartenenza alla razionale borghesia anseatica e il richiamo della vita libera degli intellettuali, prendendo coscienza della propria diversità dai coetanei, «gli occhiazzurrini che non hanno bisogno dello spirito». Racconto dai chiari riferimenti autobiografici, tonio kröger (1903) è il racconto lungo (o romanzo breve) in cui tutti gli elementi del sistema simbolico manniano convergono e si dispongono in un equilibrio di affascinante precarietà.
Tre colori, tre favole piene di poesia e di emozioni. La prima storia, 'neve', è bianca e riposante, come la neve e l'asia che la ispirano. Yuko è un giovane poeta giapponese. Nei suoi haiku sa cantare solo lo splendore e la bianchezza della neve. Soseki è un anziano pittore divenuto cieco che vive nel ricordo di un amore perduto. Neve è una ragazza bellissima. Il suo corpo giace per sempre tra i ghiacci. A legare i loro destini, un filo, disperatamente teso tra le cime di due montagne, come simbolo di un esercizio funambolico impossibile da eseguire. 'il violino nero' è la seconda storia, nera come le note del pentagramma, inquietante come l'atmosfera di una venezia silenziosa ma percorsa da echi della coscienza e dei desideri. Un giovane genio coltiva l'ambizione di 'mutare in musica la propria vita'. Una donna misteriosa esprime in un canto dalle divine sonorità la profonda innocenza della sua anima. Un anziano liutaio ha creato uno splendido violino, nero come gli occhi e la chioma di quella donna. 'l'apicoltore', la terza storia, ha il colore dell'oro come il sogno folle di un giovane che dal sud della francia parte per l'africa. Aurélien cerca in ogni cosa l'oro della vita, ossia la bellezza, la magia, il colore caldo del sole, ed è incantato dalle api, 'che possono morire d'amore per un fiore'. Dopo infinite avventure farà ritorno a casa per scoprire dentro di sé il seme di un puro amore per l'unica donna che lo ha da sempre aspettato, piena di fiducia e speranza.
Miss jane marple è nata dalla fantasia di agatha christie nel 1930: un'epoca nella quale le signorine non sposate di una certa età si chiamavano ancora
Ognuno di loro ha qualcosa da nascondere. O da farsi perdonare. La loro missione è ricostruire l'immagine di un commissariato. Li hanno scelti perché sono sicuri che falliranno. Ma non andrà così. Sono i bastardi di pizzofalcone.
Il mondo dei grimm può essere un luogo atroce. Ma vale la pena di esplorarlo. Perché nella vita, è nelle zone più buie che si trovano la bellezza più abbagliante e la saggezza più fulgida. Pullman compie sulle fiabe dei grimm un'eccezionale operazione di riscrittura. Le sue versioni di cenerentola, cappuccetto rosso e di altre favole conservano il carattere onirico, magico e mitologico delle versioni più tradizionali, ma allo stesso tempo introducono elementi inediti che le rendono storie nuove, non solo interessanti «esercizi» di un filologo attento e sensibile.
Quattro fficili casi da risolvere per il sergente logan mcrae, del dipartimento di polizia di aberdeen. Un serial killer pedofilo semina il panico in città uccidendo bambini innocenti. Un criminale spietato ha intrappolato alcune persone in un palazzo in fiamme. Un assassino lascia la sua macabra firma sui corpi delle donne che stupra. Un cadavere smembrato viene ritrovato a pezzi in un freezer. Questo è lo scenario. Lo sfondo: la città di aberdeen, buia, piovosa, fredda come il granito degli obitori. Non è mai facile per un sergente avere a che fare quotidianamente con la feccia della società, soprattutto se il dipartimento di polizia è composto per la metà di cinici pronti a fregarti il posto e per l'altra metà di schiappe incompetenti. Protagonista assoluta di queste vicende è una vivida e quasi scientifica violenza, stemperata dal dissacrante senso dell'umorismo dell'autore, che fluttua costante fra le pagine. In un crescendo di tensione e brutalità, stuart macbride svela una serie di trame mozzafiato.
Parigi 1841, rione saint-roche: al quarto piano di un appartamento della rue morgue vengono orrendamente trucidate l'anziana madame l'espanaye e sua figlia camille. I soccorritori, richiamati dalle grida delle vittime e del loro assassino trovano la porta sbarrata dall'interno. Alle origini del giallo moderno, lo straordinario intuito dell'ispettore auguste dupin creato da edgar allan poe è al centro di uno dei più celebri racconti brevi del grande scrittore americano. I delitti della rue morgue, che si accompagna qui al mistero di marie rogêt, è un esempio dell'originale fusione fra il romanzo gotico e le personalissime interpretazioni delle ossessioni, fobie, labirintici percorsi della psiche che poe ha saputo rappresentare con tanta intensità.