Quasi 600 morti e 5000 feriti. E in più il calvario dei loro familiari. È il costo umano di una guerra dichiarata non solo contro lo stato. Questo libro dà voce a chi non l'ha mai avuta. Anzi, a coloro cui è stata, in mille modi, negata. Solo i carnefici sono stati chiamati a testimoniare su quei terribili anni. L'italia, allora, rischia di essere l'unico paese al mondo dove paradossalmente la storia la si lascia scrivere dagli sconfitti, dagli ex terroristi. Avvicinando le vittime (scampati o sopravvissuti a stragi e ad attentati) e i loro familiari, mostrando loro interesse e facendoli parlare, si ascoltano racconti di delusioni, di solitudine e di disinteresse da parte delle istituzioni.
Ci sono bambini che passano i pomeriggi a raccontarsi, seduti all'ombra delle macerie, storie di uomini misteriosamente scomparsi. Madri che bussano alle porte dei villaggi in cerca di denaro per riscattare i figli, o quel che ne resta, dalle mani di un esercito di aguzzini. Un popolo intero umiliato da anni di violenze e indifferenza. Questa è la cecenia di anna politkovskaja, un paese tenuto in ostaggio, dove la tortura, le esecuzioni senza processo, le razzie e i saccheggi sono la norma. Una terra sconvolta dalla guerra e dal fuoco delle milizie indipendentiste, tradita da un esercito corrotto, complice e profittatore di uno spietato disegno politico. La vittima di tutto questo è la popolazione inerme, costantemente minacciata, privata del diritto e della dignità. Inviata sul campo dal settimanale liberale 'novaya gazeta', anna politkovskaja ha avuto il coraggio di svelare al mondo gli orrori della cecenia, senza censure né remore nell'accusare putin e nel parlare di genocidio, e a lungo è stata l'unico filo di collegamento tra quelle terre dimenticate e il resto del mondo: anna ha camminato sotto le bombe insieme ai profughi, ha condiviso i piccoli riti quotidiani, ha provato sulla propria pelle l'arresto, le violenze, la paura. Con la prefazione di francesca mannocchi.
Che cos'hanno in comune l'iraq dopo l'invasione americana, lo sri-lanka post-tsunami, new orleans dopo l'uragano katrina, le dottrine ultraliberiste della scuola di chicago e alcuni esperimenti a base di elettroshock finanziati negli anni cinquanta dal governo americano? Secondo naomi klein, l'idea che sia utile cancellare un intero tessuto sociale per costruire da zero un'utopia, quella dell'ultraliberismo. L'autrice denuncia un capitalismo di conquista che sfrutta cinicamente i disastri.
Quindici anni dopo il biennio magico di mani pulite, l'italia delle mani sporche ha perfezionato i metodi per rendersi più invisibile e invulnerabile. Prima sotto accusa erano i politici e il mondo industriale. Ora le parti sembrano invertite: sotto accusa sono soprattutto i magistrati. Ecco che cosa è successo negli ultimi anni, dal 2001 al 2007. Dal governo del cavalier berlusconi e dell'ingegner castelli a quello del professor prodi e del ras di ceppaloni, mastella. La musica non cambia: è tutta colpa dei magistrati. Quei pochi che resistono, combattono da soli, spesso abbandonati dallo stesso csm, vessati dalla stampa, criticati dalle altre istituzioni. Le leggi vergogna varate da berlusconi dovevano essere subito smantellate dal centro sinistra. Invece sono ancora in vigore. A quelle se ne sono aggiunte altre come l'indulto per svuotare le carceri (di nuovo piene), le intercettazioni e il bavaglio alla stampa, l'ordinamento giudiziario mastella: tutto in barba alle promesse elettorali dell'unione. Prima era necessario corrompere, ora i soldi i partiti se li danno da soli, il controllato e il controllore sono sempre la stessa persona.
Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutive del potere, a parte poche eccezioni (la costituente, mani pulite, il maxiprocesso a cosa nostra). Ricordate il 'principe' di machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del principe), ci sono i volti impresentabili di riina, provenzano, lo piccolo, e poi c'è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. Ii libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.
Il sistema è un libro che svela i retroscena e le connessioni tra potere, politica e affari nella storia segreta della magistratura italiana. Alessandro sallusti, giornalista e direttore de il giornale, racconta con uno stile incisivo e documentato come la giustizia sia stata spesso usata come arma di ricatto, vendetta o pressione da parte di una casta di magistrati che ha agito al di sopra delle leggi e della costituzione. Il libro ripercorre le vicende più scottanti e controversie che hanno coinvolto i protagonisti della vita pubblica italiana, da andreotti a berlusconi, da craxi a renzi, da di pietro a conte, mostrando come il sistema giudiziario abbia influenzato e condizionato la storia del nostro paese. Il sistema è un libro che non lascia indifferenti, che denuncia le anomalie e le degenerazioni di una magistratura che ha perso il suo ruolo di garante dell'ordine e della legalità. È un libro che fa riflettere sullo stato della democrazia e della libertà in italia. È uno dei libri più belli di alessandro sallusti, perché offre una testimonianza diretta e coraggiosa di chi ha subito in prima persona le ingiustizie e le persecuzioni del sistema. È un libro che tutti dovrebbero leggere per conoscere la verità nascosta dietro le toghe.
Questo libro, nonostante sia stato scritto nel 2008, è più che mai attuale. Con una nuova premessa di roberto scarpinato. Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutivi del potere, a parte poche eccezioni (la costituente, mani pulite, il maxiprocesso a cosa nostra). Ricordate il principe di machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del principe), ci sono i volti impresentabili di riina, provenzano, lo piccolo, e poi c'è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. Il libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.
I misteri della repubblica nel racconto della giornalista che li visse in prima persona. «nell'esercizio di memoria che sandra bonsanti ci propone sono ripercorse le tappe principali della storia nichilista e criminale del rapporto potere-denaro svoltosi negli ultimi decenni e nascosto sotto il manto della democrazia. Se la politica non si rianima e se i suoi protagonisti – partiti, forze culturali e sociali – restano inerti, la partita è persa. Dove trovare le ragioni della riscossa democratica? La risposta è chiara: nella costituzione» – dalla postfazione di gustavo zagrebelsky la storia dei grandi misteri italiani, la violenza del terrorismo, della mafia, delle stragi, del potere occulto nel racconto della giornalista che è stata per anni in prima linea contro il perverso intreccio di affari e interessi che ha minacciato la nostra democrazia. L'italia dello stato e dell'antistato che lo ha insidiato. Il «gioco grande del potere», per dirla con le parole usate da giovanni falcone.
Quindici anni fa ida magli è stata una delle prime studiose autorevoli a schierarsi nettamente contro l'idea di un'unione europea, mostrandone i limiti, le storture e gli errori d'impostazione. Oggi, con la crisi dell'euro e il collasso di interi stati, davanti a crescenti spinte separatiste e ai molti 'no' sul progetto di costituzione unica, i fatti le danno ragione. L'unificazione è stata portata avanti per tentativi ed errori, e cinquecento milioni di persone diverse per lingua, storia, religione e costumi si sono ritrovate loro malgrado parte di una realtà che conoscono male e di cui nessuno gli parla. I vantaggi promessi non sono mai venuti, e l'ue pare solo un moltiplicatore di poltrone ad uso dei politici. In questo saggio fortemente polemico l'autrice affronta un argomento che pare tabù, indicandoci i responsabili di un progetto nato male, in cui gli stessi governanti non hanno fiducia. E, tra le ammissioni di giornalisti, politici, amministratori, industriali e uomini di chiesa, ci mostra come nessuno si stia opponendo a quello che ritiene un processo disastroso ma inarrestabile.
Aerei di stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare sua eccellenza anche a una festa a parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. 'rimborsi' elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più 'virtuose' moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati 'trombati' consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti nel reportage di due famosi giornalisti.