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Classifica Libri CATEGORIA (E SOTTOCATEGORIE)
Classici, Poesia, Teatro E Critica

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Libri in questa classifica: 1062

Pagina 47 di 107

Posizione in classifica: 461

Peter Pan
Il Bambino Che Non Voleva Crescere
Testo Inglese A Fronte

James Matthew Barrie

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura del teatro

Peter Pan<br>Il Bambino Che Non Voleva Crescere<br>Testo Inglese A Fronte
Il 27 dicembre 1904, il teatro duke of york di londra mise in scena la commedia 'peter pan. The boy who wouldn't grow up' dello scrittore scozzese barrie. Fu un trionfo. Ma anche l'inizio di un equivoco. Le successive rielaborazioni letterarie operate dallo stesso barrie offuscarono infatti la carica 'demoniaca' del testo teatrale. L'androgino peter incarna l'immaturità, l'archetipo di un 'complesso' che affligge una consistente parte di individui moderni (tanto che c'è stato chi ha definito il fenomeno 'sindrome di peter pan'). È anche il simbolo svolazzante del sogno utopico, come vita e come nulla. Viene qui tradotto per la prima volta in italiano il testo teatrale che ha dato origine al ciclo di peter pan. Si ha così l'occasione di scoprire un testo profondo e complesso, a volte ironico, estremamente bello, lontano dal classico stereotipo del 'libro per bambini'.
Punteggio: 821
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 30/01/2025

Posizione in classifica: 462

Notre-Dame

Ken Follett

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Notre-Dame
Con questo breve scritto ken follett ha deciso di rendere omaggio a notre-dame, devolvendo i proventi alla fondation du patrimoine, raccontando come si è sentito quando ha assistito a questo disastro.
Punteggio: 815
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 05/08/2024

Posizione in classifica: 463

Autodifesa Di Caino

Andrea Camilleri

Classici, poesia, teatro e critica - Letteratura del teatro

Autodifesa Di Caino
Il 15 luglio 2019, alle terme di caracalla, andrea camilleri avrebbe dovuto interpretare il suo monologo autodifesa di caino. Un ritorno sul palcoscenico, dopo tiresia, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore. Caino: sapete qual è stato il mio vero errore? Quello di non essermi mai difeso, di non avere mai esposto le mie ragioni. Ma ora basta! Questa sera ho deciso di pronunciare la mia autodifesa, immaginando che davanti a me ci sia un'aula di tribunale e che voi, se vorrete ascoltarmi, siate i giurati. Andrea camilleri se ne è andato il 17 luglio, ci ha lasciato il suo scritto su caino che aveva completato e per il quale aveva immaginato tutto: la scena e gli intermezzi musicali, i filmati da proiettare sullo schermo, i testi da interpretare di persona e quelli da far recitare. È il primo libro che pubblichiamo dopo la sua morte, con grande commozione e rimpianto. L'autodifesa di caino è un testo potente, profondo; risponde alle incessanti domande sul bene e il male e affonda le sue radici nella sterminata cultura di camilleri, nella sua sensibilità letteraria, artistica, musicale, nella sua passione per il mito. Caino, il primo assassino della storia, l'emblema stesso del male, è chiamato a giudizio, camilleri vuole che siano i lettori ad emettere il verdetto, i testimoni a carico sono tanti, ma non mancano quelli che caino può convocare a suo sostegno. Ma sono soprattutto le parole di autodifesa dell'assassino di abele a fare il punto e fornirci una nuova versione dei fatti, la sua. Ricorda camilleri che «nella tradizione ebraica, e in parte anche in quella musulmana, esistono una miriade di controstorie che ci raccontano un caino molto diverso da quello della bibbia. In alcune di quelle antiche narrazioni lo scontro tra i due fratelli ne rovescia in qualche modo le posizioni». Camilleri continua a intessere la storia fornendo al lettore altri dati, altri elementi per giudicare, a mostrarci l'altra faccia di caino: «c'è tutta una parte del mito che è affascinante ma totalmente ignorata: è quella del caino fondatore di città, inventore dei pesi e delle misure, della lavorazione del ferro, ma soprattutto quella di caino inventore della musica; '…una volta che me ne stavo disteso in un canneto sentii il vento che entrava e usciva dai buchi delle canne producendo un rumore'». Ecco il flauto, ed ecco il primo tamburo ricavato da una pelle di capra… «ho finito. Non voglio che pronunciate il vostro verdetto ora. Riflettete su quanto vi ho raccontato questa sera e poi decidete da voi. Secondo coscienza».
Punteggio: 815
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 01/04/2024

Posizione in classifica: 464

I Russi Sono Matti
Corso Sintetico Di Letteratura Russa 1820 - 1991

Paolo Nori

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

I Russi Sono Matti<br>Corso Sintetico Di Letteratura Russa 1820 - 1991
Dopo quarant'anni di frequentazione, tra libri letti, amati e tradotti, paolo nori scrive il suo corso sintetico di letteratura russa, che di accademico ovviamente non ha nulla. «paolo nori ci fa viaggiare nella letteratura di un paese dove i personaggi dei romanzi sono diventati più veri dei loro autori» – il venerdì «e quando ho letto il primo romanzo russo che ho letto, delitto e castigo, quarant'anni fa, non era come giulio verne, a me piaceva molto anche giulio verne, non era come fitzgerald, a me piaceva molto anche fitzgerald, non era come sciascia, allora mi piaceva moltissimo sciascia, no: faceva più male. Per quello, credo, ho letto più libri scritti in russo che libri scritti in qualsiasi altra lingua, per il male. » esilarante e rocambolesco, sbilenco e a suo modo intimo, passa in rassegna le idiosincrasie e il genio dei grandi autori: da puskin che per primo e forse per caso abbandona l'aristocratico francese per scrivere «nella lingua dei servi della gleba», creando di fatto il romanzo russo, a erofeev che in piena dissoluzione dell'urss riempie di bestemmie un capitolo del suo mosca-petuški, mettendo però cortesemente in guardia le lettrici; da tolstoj che in una lettera dice di non poterne più di scrivere «la noiosa, la triviale anna karenina» a dostoevskij che si considera «un uomo felice che non ha l'aria contenta». Eppure se anche davvero i russi sono matti, hanno creato in appena due secoli una delle più grandi letterature mai esistite, capace di cogliere l'umorismo tragico dell'esistenza e di togliere l''imballaggio' alle parole, restituendo loro tutta la forza poetica perduta nell'uso, di cogliere l'intraducibile byt (diciamo per semplicità: la vita) nel suo farsi, di costruire romanzi pieni, come diceva un detrattore di puskin, di «scenette insignificanti da vite insignificanti», ma che forse proprio per questo ancora oggi ci sembrano più veri del vero.
Punteggio: 815
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 16/01/2021

Posizione in classifica: 465

Walden
Vita Nel Bosco

Henry David Thoreau

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Walden<br>Vita Nel Bosco
Come può un libro all'apparenza così remoto nel tempo e nello sguardo sul mondo parlare come pochi altri al nostro presente? Walden è infatti il resoconto di due anni di vita solitaria che henry thoreau trascorse fra il luglio del 1845 e il settembre del 1847 nella campagna del massachusetts. E tuttavia è il testo da cui oltre un secolo dopo prenderanno le mosse i movimenti ecologisti e ambientalisti di mezzo mondo. Un semplice diario, che all'esperienza intima unisce la descrizione della vita quotidiana, materiale, fatta di suoni, silenzi, paesaggi reali e immaginari, è per contrasto una riflessione sull'economia, sulla politica, sulla democrazia, sugli stati uniti, che in quegli anni si vanno formando come potenza. Tra le righe in cui la penna di un maestro mette in scena la semplicità della vita fra i boschi, scopriamo anche perché thoreau è l'autore cui si ispireranno gandhi e le controculture contemporanee. Walden è un'opera inafferrabile e battagliera che ha saputo diventare la bibbia dell'anticonformismo, del rifiuto delle leggi ingiuste e di una vita sobria e immersa nella natura. Con una introduzione di wu ming 2.
Punteggio: 811
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 03/07/2024

Posizione in classifica: 466

Solo Bagaglio A Mano

Gabriele Romagnoli

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Solo Bagaglio A Mano
Non ingombrare, non essere ingombranti: è l'unica prospettiva che si possa contare fra quelle positive, efficaci, forse anche moralmente e politicamente buone. Gabriele romagnoli ha avuto modo di pensarci in corea, mentre era virtualmente morto, chiuso in una cassa di legno, per un bizzarro rito-esperimento. Nel silenzio claustrofobico di quella bara, con addosso solo una vestaglia senza tasche (perché, come si dice a napoli, 'l'ultimo vestito è senza tasche'), arrivano le storie, le riflessioni, i pensieri ossessivi che hanno a che fare con la moderazione. Il bagaglio a mano, per esempio. Un bagaglio che chiede l'indispensabile, e dunque, chiedendo di scegliere, mette in moto una critica del possibile. Un bagaglio che impone di selezionare un vestito multiuso, un accessorio funzionale, persino un colore non invadente. Il bagaglio del grande viaggiatore diventa metafora di un modello di esistenza che vede nel 'perdere' una forma di ricchezza, che sollecita l'affrancamento dai bisogni, che non teme la privazione del 'senza'. Anche di fronte alle più torve minacce del mondo, la leggerezza di sapersi slegato dalla dipendenza tutta occidentale della 'pesantezza' del corpo, e da ciò che a essa si accompagna, diventa un'ipotesi di salvezza. Viaggiare leggeri. Essere leggeri. Vivere leggeri. Gabriele romagnoli centra uno dei temi decisivi della società contemporanea e della sopravvivenza globale e scrive una delle sue opere più saporite, il racconto di una rinascita, di un risveglio.
Punteggio: 806
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 23/11/2022

Posizione in classifica: 467

Il Libro Di Tutti I Libri

Roberto Calasso

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Libro Di Tutti I Libri
Questo libro racconta una storia che comincia prima di adamo e finisce dopo di noi, attraversando la bibbia da capo a fondo, come un mondo a sé. Dove un uomo, che si chiamava saul, può diventare il primo re di un popolo perché il padre lo aveva mandato a cercare certe asine smarrite. Dove la regina di un remoto regno africano guida per tre anni una carovana foltissima, composta da giovani e giovanette vestiti di porpora, nonché da animali e spezie in quantità, per rispondere all'invito del re di gerusalemme e porgli alcune domande. E dove un altro uomo, che si chiamava abramo, udì queste parole da una voce divina: «va' via dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre verso il paese che ti mostrerò». Parole che rintoccano in tutta la bibbia, storia di un distacco e di una promessa, seguiti da altri distacchi e nuove promesse. Il succedersi dei nomi e dei fatti è turbinoso, spesso sconvolgente. E ogni volta la grazia e la colpa, l'elezione e la condanna appaiono intessute nelle vite dei singoli e della loro stirpe.
Punteggio: 806
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 13/02/2025

Posizione in classifica: 468

Il Veliero Sul Tetto
Appunti Per Una Clausura

Paolo Rumiz

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Il Veliero Sul Tetto<br>Appunti Per Una Clausura
Paolo rumiz tiene un diario della clausura che entra sotto la pelle della cronaca, per restituirci il cuore di una grande mutazione, «al termine della quale non saremo più gli stessi». Nel vuoto della quarantena, la bora pulisce l'aria, il mondo è sfebbrato, respira. La casa miagola, geme, rimbomba come un pianoforte pieno di vento mentre la città stessa vibra come un sismografo su linee di faglia. E un mattino l'autore sale per una botola fin sul tetto, che diventa il suo veliero. Lì il suo sguardo si fa aeronautico, gli spalanca la visione della catastrofe e allo stesso tempo del potenziale di intelligenza e solidarietà che può ancora evitarla. Gli svela un'europa col fiato sospeso, dai villaggi irlandesi alle isole estreme delle cicladi, dalle valli più segrete dei carpazi al lento fluire della neva a pietroburgo. Milioni di persone che vegliano, incerte sul loro futuro. Gli affetti veri sono resi più vicini dalla forzata lontananza, e si scrive a chi si ama come soldati in trincea, mentre il virus accelera la presa d'atto di un processo che obbliga a riprogettare il proprio ruolo di cittadini in un mondo diverso. Della clausura rumiz tiene un diario che entra sotto la pelle della cronaca, per restituirci il cuore di una grande mutazione, «al termine della quale non saremo più gli stessi». Non è più tempo di guardarsi l'ombelico. Ora i narratori hanno una responsabilità enorme, devono offrire visione, prospettiva, consapevolezza, speranza. Ma non una speranza astratta, beota. No, quella vera, che nasce dal suo opposto, dal fondo della disperazione.
Punteggio: 806
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 02/09/2022

Posizione in classifica: 469

In Sardegna Non Cè Il Mare

Marcello Fois

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

In Sardegna Non Cè Il Mare
La costa barbaricina rifiuta la condizione di 'caraibi del mediterraneo', che tanto piace ai tour operator improvvisati e ai turisti da gossip. Chi navigasse da posada ad arbataxlo capirebbe al volo. Chi passasse per mare dalla costa gallurese, quella dove è sempre estate, a quella barbaricina, dove le stagioni si alternano, vedrebbe a occhio nudo la differenza. È proprio l'inverno che dà alla barbagia quella profondità di territorio vivo, che fa la differenza per il viaggiatore rispetto al turista. Per un barbaricino l'inverno è quasi una condizione naturale. Certo, per chi è abituato a pensare alla sardegna smeraldizzata, può sembrare una stranezza pensare alla montagna, al clima alpino, al freddo secco, alla neve. Eppure basta voltarsi dal mare alla terra e si possono vedere le montagne che si gettano nell'acqua. Dentro a quelle montagne abita la sostanza di un territorio ancora sconosciuto.
Punteggio: 806
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 19/12/2024

Posizione in classifica: 470

Un Filo D'olio

Simonetta Agnello Hornby

Classici, poesia, teatro e critica - Saggi

Un Filo D"olio
'da anni desideravo trascrivere le ricette dei dolci di nonna maria, annotate da lei in un quadernetto con le pagine numerate e corredato di indice, un libro vero e proprio. Avevo in mente un lavoro a quattro mani con mia sorella chiara; nonostante da quarant'anni viviamo in isole diverse, ogni estate ci ritroviamo a mose - la nostra campagna - e cuciniamo ancora come ci hanno insegnato mamma e zia teresa. [ . ] l'idea era quella di far rivivere la cultura della tavola di casa nostra attraverso le sue ricette, fotografie d'epoca e alcune pagine 'narrative' per le quali avrei attinto ai nostri ricordi e ai racconti di mamma'. Le ricette qui raccolte sono quelle degli anni e delle villeggiature delle due sorelle. E dalle pagine del ricettario familiare, limate dall'uso e dagli aneddoti, riaffiora tutto un mondo perduto di personaggi, di atmosfere e di sensazioni, i molti fantasmi benevoli che affollavano i giorni assolati di due bambine, in una grande casa padronale di metà novecento. Tra i sapori e profumi delle ricette di casa agnello ci sono quelli, mai nostalgici ma sempre intensi e fragranti, del tempo trascorso a cui il talento della scrittrice dona il gusto dell'eterno presente della vita.
Punteggio: 803
                 

Ultimo aggiornamento punteggio: 29/11/2021

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