Jean e laurent, coppia omosessuale, amano un figlio attraverso gli occhi della madre. Samuel heymann, stimato medico sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, ama l'umanità attraverso gli occhi di un cane. Un marito ama la moglie attraverso il fantasma del primo marito di lei. Alba ritrova l'amore per il figlio attraverso gli occhi di una rapitrice psicopatica. Séverine e benjamin capiscono di aver perduto per strada l'amore attraverso gli occhi di una ragazza condannata da una malattia incurabile e tuttavia ottimista. Cosa accomuna questi personaggi? L'architettura segreta che sottintende all'architettura palese delle nostre vite, la pietra strategica e nascosta che tiene in piedi l'arco, la trave invisibile che sostiene il tetto, elementi che sono presenti nell'edificio delle nostre vite e che tuttavia troppo spesso ignoriamo perché non sono visibili. Schmitt li fa apparire in cinque racconti, e la loro comparsa ribalta situazioni che sembrano avviate al disastro o che si sono adagiate nella pace illusoria di non voler vedere le cose come sono. Il filo conduttore che lega i cinque racconti è l'amore difficile, quello che non può servirsi delle convenzioni sociali per sbocciare, ma deve aggirarle, talvolta nella pratica, talvolta aggirando i blocchi che noi stessi ci costruiamo. E questa è la cosa più difficile.
Marilyn monroe, la sua vita e il suo mito, raccontati in un romanzo che dà voce a una donna che ha incarnato l'unico vero mito del ventesimo secolo. L'infanzia negata, l'adolescenza turbolenta, il successo, la fama, gli amori infelici, l'impossibile desiderio di maternità, gli antidepressivi, la solitudine disperata e vitale di una donna che è rimasta vittima del suo stesso sogno: quello di essere amata. Joyce carol oates riscrive la vita di marilyn monroe e ne fa un romanzo di fantasia, in cui le molte vite e le mille contraddizioni di un'icona contemporanea si fondono e si confondono insieme, in una foto composta da mille tasselli, un'immagine sempre imprendibile eppure eternamente fissata nell'incorruttibile istantanea del mito.
'appena presi a leggere il romanzo pensai subito: è intraducibile! Ma il libro cercava di coinvolgermi. Mi tirava per il lembo della giacca, mi chiedeva di non abbandonarlo alla sua sorte, e nello stesso tempo mi lanciava una sfida'.
Da vecchio, quando sarà diventato un pittore famoso, a chi gli chiederà: 'maestro, qual è l'immagine che ha di se stesso? ' louis cuchas risponderà senza esitare, allegro e pudico come sempre: 'quella di un ragazzino'. Infatti, anche quando attorno a lui si sarà ormai creata una vera e propria leggenda, rimarrà il bambino dall'occhio limpido e svagato che sembrava non guardare niente e invece 'guardava molta gente e molte cose, ma non quelle che ci si aspettava lo interessassero', il bambino che non reagiva alle aggressioni degli altri, e a cui avevano affibbiato il soprannome di 'angioletto'. Era stato così sin da piccolissimo, negli anni - alla fine dell'ottocento - in cui dormiva su un pagliericcio uguale a quello che spettava a ciascuno dei cinque fratelli (ciascuno, peraltro, di un padre diverso), in una sordida stanza di rue mouffetard. Tutto lo incuriosiva e lo affascinava, e tutto lui assorbiva e immagazzinava - i tram, la verruca sulla guancia di una donna grassa, un quarto di bue appeso a un gancio, le espressioni delle facce per strada, i facchini delle halles -, tutto quello che un giorno, quando avrebbe finalmente scoperto la propria vocazione, sarebbe entrato nei suoi quadri in larghe pennellate di 'colori puri': come puri erano lo sguardo e l'anima di colui che se n'era appropriato.
'l'hanno rinchiusa in prigione per più di una settimana. Prima l'hanno fatta camminare a passo di marcia, su e giù, su e giù in mezzo a loro, per un giorno e una notte, finché non è più riuscita nemmeno a zoppicare, tanto aveva i piedi gonfi e sanguinanti. Non avrebbe confessato. Così hanno deciso di dimostrare che era una strega'. Le pagine di un diario sono cucite dentro una trapunta. Una trapunta che giace indisturbata per oltre trecento anni, finché non viene aperta per essere pulita, e allora dalle sue pieghe cade una storia forte ed emozionante. La storia di mary, nipote di una strega. Quando la nonna di mary viene condannata a morte per stregoneria, mary scappa per sfuggire allo stesso destino, prima nella campagna inglese e poi su una nave per l'america, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove essere una persona nuova. Scopre però che non è facile fuggire e presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Mary è decisa a non farsi calpestare, torturare e uccidere per un crimine immaginario come la stregoneria. Uno sguardo femminile sul mondo, una storia narrata con grande vividezza, come una ripresa cinematografica.
In una ferrara ricca, affascinante ma oppressa dal fascismo, un giovane studente ebreo, voce narrante del romanzo, incrocia il suo destino con quello di athos fadigati, un maturo medico di chiara fama. L'amicizia che nasce fra i due farà scoprire al narratore che dietro tutta la cultura e la raffinatezza del dottor fadigati si cela un abisso di solitudine dovuto alla sua presunta omosessualità. Un peccato che l'italia di allora non contemplava fra quelli che potevano essere redenti. E gli occhiali d'oro dello stimato professionista diventano il simbolo di una diversità sempre meno tollerata, così come l'appartenenza all'ebraismo del narratore, una diversità che non potrà che andare incontro a una catarsi tragica.
Il male è in ognuno di noi. Per esplorare questa terrificante idea, il romanzo segue le vite parallele dell'hitler vero e di un hitler fittizio e 'buono'. Quale sarebbe stato il corso della storia se l'8 ottobre del 1908 adolf hitler fosse stato ammesso all'accademia di belle arti? Lungi dal ricostruire la storia del terzo reich, schmitt duplica la figura del triste cancelliere, gioca sull'artificio di due vite distinte che corrono in parallelo e getta una luce straniante e violenta sul retroscena affettivo, sessuale e caratteriale di un eccezionale egolatra che cerca di incarnare l'eroe nietzschiano. Sull'altro binario scorre la vita del pittore adolf h. , disgustato dalla grande guerra, il quale, trasferitosi a parigi, frequenta gli artisti di avanguardia di montparnasse, sposa un'ebrea americana e muore poi nel pacifico oblio di santa monica. In questa prodigiosa macchina scenica dal geniale ingranaggio costruito su un paradosso, schmitt riesce ancora una volta a gettare nel lettore il seme del dubbio. Se fosse vissuto soltanto il pittore adolf h. E non il suo mostruoso doppio seminatore di odio e distruzione, che cosa saremmo noi oggi?
Valter si burla del mondo perché da sempre è abituato a perdere. Pensa che il mondo debba chiedergli scusa. Ma quando una malattia lo porta a un'odissea senza fine nel dolore, sente che invece è lui a dover chiedere scusa a tutti. Perché quello che credeva il suo dolore è una goccia del dolore del mondo. Una goccia dell'ingiustizia senza rimedio e spiegazione. E allora, forse, valter può scoprire la gioia. La gioia di accettare e di vivere. La voce beffarda e innocente di un uomo che si è sempre rifugiato nel sarcasmo e nel risentimento per non soccombere. La sua caduta e rinascita diventano, in questo romanzo asciutto e commovente, il tentativo di risarcire ognuno per la misera condizione di essere umano di fronte al potere spesso crudele della natura. Ma anche un'indimenticabile dichiarazione di speranza. Saverio mastrofranco è il nome con cui un 'intenditore' di cinema chiamò valerio mastandrea chiedendogli un autografo per strada. Da quel giorno l'attore lo usa per piccole incursioni sulla scena musicale e letteraria. Dall'incontro con il giornalista francesco abate, il racconto di una storia vera: la vita ha sempre un lato comico, e questo libro, nudo e limpido come una pietra preziosa, lo scopre nel luogo piú impensato. Nel più estremo dolore.
Una grande storia d'amore. Giovani arrabbiati in una provincia italiana desolata nella quale l'unica cosa che conta è la propria 'crew', gli amici, gli amori e il rispetto. Deda, lele, mac e la funny attraversano l'emilia da un locale all'altro, da un raduno all'altro, da un concerto all'altro. Il loro tempo è adesso, la loro vita è ora. Il domani non ha nessuna importanza.
In un'america devastata da leggi assurde che scoraggiano l'impresa individuale, francisco d'anconia, ragnar danneskjòld e john galt mettono in atto lo sciopero dei cervelli. Le avventure dei tre si intrecciano con quelle di dagny taggart, protagonista di appassionanti amori, che da sola troverà l'oasi nella quale si sono rifugiati i reali produttori della ricchezza che non possono più acconsentire a essere derubati del loro lavoro e a farsi dare, in aggiunta, la colpa di ogni disastro. I personaggi del romanzo si dividono dunque tra coloro che tramite progetti razionali vogliono migliorare la realtà e coloro che, invece, danno ascolto soltanto ai propri sentimenti e alle proprie emozioni. Con 'la rivolta d'atlante', di cui 'il tema' è la prima parte, ayn rand realizza lo scopo della sua vita: scrivere un romanzo sulla libertà dell'uomo, sull'incrollabile fiducia dell'individuo nella propria creatività, sul disprezzo per i compromessi, sul rifiuto del primato della società sul singolo.