Sinossi Libro
Del resto che cosa significa essere io, essere lui? Secondo una prospettiva particolarmente cara ai romanzieri, ci ricorda mcewan nel saggio che compendia il volume, l'io non è che «un racconto incessantemente riscritto», la «storia che raccontiamo a noi stessi». Questa è la confessione di un crimine perfetto. Parker sparrow ha rubato la vita del suo caro amico jocelyn tarbet. Da ragazzi sognavano entrambi di diventare grandi scrittori. Jocelyn è riuscito a raggiungere la fama, parker invece no. Per decenni ha raccontato che non aveva importanza. Poi ha scritto un altro finale. Se la biografia si sdoppia, dunque – lo scrittore di successo versus l'everyman travolto dal quotidiano – anche il racconto che l'io ne fa si può sdoppiare, ed è cosí che fra le pagine di un unico profumato romanzo viola si può consumare il crimine perfetto. Fin da ragazzi parker e jocelyn hanno condiviso tutto: letture, progetti, ambizioni letterarie. Le alterne fortune degli esordi non hanno fatto che temprare un'amicizia apparentemente destinata a durare per sempre. Perfino oltre l'improvviso successo di jocelyn e l'altrettanto rapido declino di parker. Perfino nei mondi ormai irrimediabilmente antitetici delle loro mezze età: una famiglia numerosa, un lavoro da insegnante e pochi libri all'attivo, tutti dimenticati, in un caso; un matrimonio fallito, la fama, il bel mondo delle lettere, nell'altro. Perfino allora, drasticamente separati dalla vita, parker e jocelyn restano inseparabili, «una famiglia», come amano ripetersi. Fino al giorno in cui, nella splendida casa dell'amico, parker trova il dattiloscritto del suo ultimo romanzo. Lo legge d'un fiato: è il migliore che jocelyn abbia mai scritto, la porta di accesso alla posterità. Come resistere alla tentazione di diventare lui?