Sinossi Libro
Il 9 agosto 1945 a nagasaki, hiroko tanaka esce sulla veranda di casa: leggera dei suoi ventun anni, innamorata del suo konrad, i pensieri alati come le tre gru che le attraversano la schiena, ricamate sul suo kimono. All'improvviso, il cielo esplode di un bianco abbagliante e le strade si anneriscono di migliaia di ombre. E nel giro di un istante a hiroko non rimane più nulla, a parte tre ustioni a forma di gru sulla schiena, ricordo indelebile di tutto ciò che la bomba le ha strappato. Due anni dopo arriva a delhi, desiderosa di ricominciare. Come un fresco temporale estivo, entra nelle vite di elizabeth, la sorella di konrad, di suo marito james burton, e di sajjad ashraf, un giovane indiano alle dipendenze dei burton, da cui inizia a prendere lezioni di urdu. Gli anni passano, nuovi legami sostituiscono quelli perduti, vecchie guerre cedono il passo a nuovi conflitti. Ma tanto la storia quanto le vicende personali gettano la loro ombra sulle vite ormai saldamente annodate dei tanaka, dei burton e degli ashraf, trasportati dal pakistan a new york, e di lì all'afghanistan, all'indomani dell'11 settembre. In un romanzo poetico, teso e commovente, tra i cieli di nagasaki, i giardini dell'india, l'asfalto di new york e il deserto afghano, kamila shamsie racconta un'epica vicenda di disastri scampati e affrontati, lealtà infrante e ricostruite, amori ripagati e traditi. E nei destini personali e comuni dei protagonisti canta la sua terra e la sua gente, sempre capaci e desiderose di far rinascere una speranza dalle profonde e ingombrati cicatrici di una guerra, che non cessa mai di dispensare il suo tragico abbraccio, con l'accanimento di una maledizione o di un'amante.