Sinossi Libro
Da vecchio, quando sarà diventato un pittore famoso, a chi gli chiederà: 'maestro, qual è l'immagine che ha di se stesso? ' louis cuchas risponderà senza esitare, allegro e pudico come sempre: 'quella di un ragazzino'. Infatti, anche quando attorno a lui si sarà ormai creata una vera e propria leggenda, rimarrà il bambino dall'occhio limpido e svagato che sembrava non guardare niente e invece 'guardava molta gente e molte cose, ma non quelle che ci si aspettava lo interessassero', il bambino che non reagiva alle aggressioni degli altri, e a cui avevano affibbiato il soprannome di 'angioletto'. Era stato così sin da piccolissimo, negli anni - alla fine dell'ottocento - in cui dormiva su un pagliericcio uguale a quello che spettava a ciascuno dei cinque fratelli (ciascuno, peraltro, di un padre diverso), in una sordida stanza di rue mouffetard. Tutto lo incuriosiva e lo affascinava, e tutto lui assorbiva e immagazzinava - i tram, la verruca sulla guancia di una donna grassa, un quarto di bue appeso a un gancio, le espressioni delle facce per strada, i facchini delle halles -, tutto quello che un giorno, quando avrebbe finalmente scoperto la propria vocazione, sarebbe entrato nei suoi quadri in larghe pennellate di 'colori puri': come puri erano lo sguardo e l'anima di colui che se n'era appropriato.