Candidato al premio strega 2018 andrea pomella racconta di una passione e di un'età incerta e la sua voce conserva in sé un'altra voce, quella di eddie vedder, il cantante dei pearl jam. Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo. 'c'era una volta il mondo. Nel mondo c'era una città in cui pioveva trecento giorni all'anno. La città si chiamava seattle, estremo occidente degli stati uniti d'america. In questa città arrivò un surfista di san diego, un fan scatenato degli who e dei ramones. In questo surfista c'era un'anima. In quest'anima c'era lo spirito di un'epoca. Se fosse una favola inizierebbe così. ' «anni luce» è un romanzo di formazione, e i pearl jam sono la colonna sonora di uno spazio di luce e di ombre che ha affascinato una generazione. «'ten', il primo disco dei pearl jam, uscito nel 1991 fu un treno che travolse la mia giovinezza. Venticinque anni dopo, decisi di scriverci un pezzo, la ricorrenza lo meritava. Il treno passò di nuovo sopra le mie rovine trascinandosi dietro tutto ciò che si metteva in moto quando dalle casse dello stereo fluiva una loro canzone, il vortice di angosce, divertimenti, memorie, furori, gioie, inquietudini che si incanalava attraverso la loro musica. 'anni luce' riguarda, certo, i pearl jam. Ma non solo. È la storia di un'amicizia, di chi mi fece conoscere i pearl jam: il compagno di sbronze, l'amico, il viaggiatore, il chitarrista geniale, il folle, il saggio, l'esagerato, l'imprevedibile, il lunatico q. ». Andrea pomella racconta di una passione e di un'età incerta e la sua voce conserva in sé le tracce di un'altra voce, quella di eddie vedder, il cantante dei pearl jam. Questa è la storia di un viaggio al crepuscolo del secolo, una spedizione da vagabondi sulle strade d'europa per esorcizzare la paura della vita adulta che bussa alle porte.